Spiava e insidiava la vicina di casa: il Pm chiede due anni per un 57enne

stalking-c

MANTOVA Il Pm ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, la parte civile 35mila euro di risarcimento, la difesa l’assoluzione. Per sapere cosa deciderà il giudice bisognerà però aspettare il prossimo 8 aprile, data fissata per le repliche e quindi la sentenza del processo che vede A.C., un 57enne residente nell’hinterland, accusato di stalking nei confronti di una ex vicina di casa. I fatti risalgono al periodo compreso tra il gennaio 2019 e il novembre del 2020. Poco meno di due anni in cui l’uomo si sarebbe reso protagonista di svariati episodi molesti nei confronti della persona offesa – una 38enne costituitasi parte civile con l’avvocato Beatrice Lombardo – tra appostamenti alla finestra o sotto casa, approcci sessuali, puntualmente tutti rispediti al mittente, fino ad arrivare a spiarla in modo morboso tramite l’installazione di telecamere puntate verso l’abitazione della donna. Ma i rifiuti in serie incassati, stando al novero delle contestazioni ascritte, avrebbero ben presto spinto il presunto stalker a cambiare linea, tramutando le avances e le carinerie in atteggiamenti sempre più aggressivi, in particolare iniziando a minacciarla, se non si fosse finalmente a lui concessa, di andare a riferire al marito circa una sua fantomatica relazione extraconiugale con un altro. Esasperata oltre che impaurita, prima di essere addirittura costretta a cambiare casa, si era quindi dovuta persino affidare a un investigatore privato al fine di raccogliere prove contro il molestatore. Accuse ribadite con fermezza dall’avvocato di parte civile, che ha concluso chiedendo 35mila euro di risarcimento per la propria assistita. Non è stata da meno la risposta dell’avvocato Alessandro Abatianni, che ribattuto punto su punto a tutti gli episodi che vengono contestati al 57enne, chiedendo infine per lui l’assoluzione per non aver commesso il fatto ai sensi del II comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale (la vecchia insufficienza di prove, ndr), e in subordine il non doversi procedere per la tenuità del fatto e, in caso di condanna, la derubricazione del reato da atti persecutori a molsetie, e il minino della pena. Il giudice Maria Silvia Siniscalchi ha quindi aggiornato il processo al prossimo 8 aprile per le repliche e la sentenza.

newspaper-rec728