Successo delle mostarde mantovane di fattoria

GUASTALLA (Re) Le mostarde mantovane di fattoria si sono classificate ai primi posti al palio “Mustum Ardens”, che si svolto domenica scorsa, presso il palazzo Gonzaga di Guastalla, nell’ambito della rassegna “Piante ed animali perduti”. La selezione è stata operata da una nutrita giuria popolare, molto attenta e preparata, che ha condotto una degustazione cieca e comparata. Le aziende agricole produttrici di mostarde sono state 11 e, fra queste, al primo posto, si è piazzata l’azienda agricola “La figlia delle rose”, di Mazzali Fabrizia, con sede a Pegognaga, seguita, ex equo, dall’azienda agricola Daolio Patrizio di Suzzara, mentre al terzo posto si è piazzata l’azienda agricola Castagnoli di Quingentole. Nel corso dell’incontro è stata distribuita la brochure sulla mostarda mantovana di fattoria curata dal Consorzio: una guida di 48 pagine sulla storia della mostarda, le modalità di preparazione , gli abbinamenti.
La qualità delle mostarde mantovane in gara quest’anno è stata in generale molto elevata e la selezione è stata molto difficile. Un importante risultato che conferma la qualità delle mostarde mantovane di fattoria. Sono ormai una cinquantina le aziende agricole mantovane che producono mostarde. Il loro numero è in continua crescita perché la mostarda è sempre più apprezzata e si stanno ampliando i mercati di riferimento
Con la gara di Guastalla si apre il periodo degli appuntamenti di quest’anno, promossi dal Consorzio, per promuovere la conoscenza ed il consumo della mostarda. Nel prossimo fine settimana di sabato 5 e domenica 6 ottobre, il Consorzio sarà impegnato anche nella fiera “Frutti antichi” di Paderna.
La differenza sostanziale della mostarda di fattoria, rispetto a quella industriale, consiste prevalentemente nel rispetto del metodo e dei tempi tradizionali di preparazione, nell’impiego di frutta locale a km zero e nell’impiego di olio di senape anziché di aromi sintetici di senape.
La mostarda mantovana di fattoria è spesso oggetto di contraffazione sui mercati esteri, soprattutto perché non si è ancora giunti ad un riconoscimento nella sua denominazione d’origine, ai sensi della normativa europea. Sino ad ora, infatti, l’unico riconoscimento è quello come prodotto tradizionale ai sensi del DM 350/99 che affonda le sue radici nel corso dei secoli. Per una sua maggiore tutela è quindi necessario avviare urgentemente l’iter per un suo riconoscimento a livello comunitario.