MANTOVA – La questione Migliaretto, l’elisuperficie e il suo polmone verde, la cittadella dello sport, i campi sportivi e lo stadio nuovo. Una chiacchierata a 360 gradi con l’ex assessore allo sport della giunta Sodano, Enzo Tonghini, la cui voce in capitolo prende ulteriormente corpo se si pensa al suo trascorso come giocatore dell’Aciemme dal 1966 al 1975 e poi come dirigente dal 1994 al 2000.
Si parla tanto del Migliaretto e della sua futura funzione…
“Arriviamo da due mesi che nessuno di noi pensava mai di vivere e durante questo periodo ci siamo accorti di quanto sia importante la salute e l’assistenza sanitaria. Mi sia consentita una piccola parentesi per ringraziare di cuore coloro i quali mettendo a rischio la loro salute hanno lavorato in modo indefesso per proteggere la nostra. Da questo presupposto, penso sia ineludibile il fatto di tenere in viva considerazione la realizzazione di una base per l’elisoccorso al Migliaretto e da qui si deve partire per qualunque ragionamento per la Mantova del futuro. Una base che servirà naturalmente alla sanità, ma anche alla protezione civile e pure a vigili del fuoco e forze dell’ordine facendo così diventare la zona un punto di riferimento importante. Sento tanto parlare di città dello sport, ma in realtà esiste già…”.
Si spieghi…
“Tra Bosco Virgiliano e la zona del Migliaretto è un fiorire di società sportive e impianti dedicati: a braccio cito il calcio, tennis, rugby, motocross, atletica, tiro a segno e via dicendo. Attività che godono di una regolare continuità nonostante le enormi difficoltà che ci sono nel far vivere lo sport. Abbiamo la fortuna di avere un polmone verde, che andrebbe potenziato anziché cementificato come ribadito in qualche sede. E poi sento anche parlare di stadio al Migliaretto… Una follia pura, sarebbe come distruggere un’area verde per costruirci qualcosa che in quel posto non alcun senso fare”.
Lei tornebbe al passato sulla questione stadio?
“Probabilmente la zona migliore era quella individuata anni fa, quando si parlava del progetto realizzato dall’architetto Rogers. Per spazi e infrastrutture è sicuramente il posto ideale. Un impianto da 15mila posti necessita per forza di cose di un parcheggio con 7/8 mila posti auto senza dimenticare le infrastrutture anno. Al di là di questo, va anche detto che la viabilità sarebbe poi un problema enorme considerata la presenza di una sola strada. Resta di fondo la volontà di snaturare un parco che andrebbe invece potenziato in quanto patrimonio della città”.
Mantova ha proprio bisogno di uno stadio nuovo?
“E’ curioso come dall’esterno vedano Mantova come una città con oltre 100mila abitanti e questo grazie ai meriti sportivi acquisiti negli anni. Credo che se lo stadio attuale dovesse essere abbattuto, quello di Porta Cerese potrebbe diventare un altro accesso storico alla città con Palazzo Te a fare da protagonista. Ma la domanda sorge spontanea: i soldi ci sono?”.
Nel frattempo il Martelli cade a pezzi…
“Al di là dei necessari interventi allo stadio di viale Te per dare una decorosa casa alla squadra biancorossa tornata tra i professionisti, penso che il punto cruciale sia un altro: quello di dotare la società di campi a proprio esclusivo uso, senza andare ad elemosinare ad altri club e senza taglieggiarne l’attività”.