MANTOVA C’è anche una mantovana nel triangolo dell’orrore che ha portato all’arresto di tre persone per violenza sessuale su minorenni. Si tratta di una 37enne originaria di Mantova e residente nel Reggiano che avrebbe venduto la sua bambina fin da quando aveva appena un anno a una coppia di Grosseto, 41 anni lui, 40 lei. Tra i messaggi intercettati dagli investigatori ce ne sono diversi del 41enne rivolta alla 37enne in cui le chiede riferendosi alla bambina se gliela può dare per 500 euro. Ma questa è solo la punta di un iceberg di degrado e orrore senza fine, di una vicenda talmente nera da sembrare inventata. Tra i messaggi intercettati dagli investigatori della Polizia Postale di Firenze emerge addirittura che la figlia della coppia sarebbe stata concepita al solo scopo di usarla come giocattolo sessuale. La moglie, dopo una lite gli avrebbe infatti mandato un messaggio in cui minacciava: “chiamo l’avvocato e gli dico tutto, anche perché è stata procreata”. Lo stesso uomo in un messaggio alla 37enne mantovana scriveva: “c’è un’amica molto pervertita che vuole che la metto incinta. Vuole una bambina per farmi giocare. Una sua amica le ha fatto vedere dei video dove c’erano dei bambini che giocavano con gli adulti e l’è preso voglia”. Era il 2013 e tre anni dopo, purtroppo, il 41enne diventava padre. Nella chat di questo triangolo di pervertiti gli investigatori hanno trovato addirittura un manuale per pedofili dal titolo Come praticare l’amore bambino. Da questo vortice di perversione gli investigatori avevano già pescato oltre 1.300 foto e video osceni scaricati dal web e condivisi su whatsapp e Telegram con protagonisti neonati e bambini sotto i 5 anni. In casa della coppia erano state trovate anche diverse bambole in gomma che rappresentavano bambini. L’uomo se l’era cavata lo scorso novembre con una condanna a 2 anni e 4 mesi in rito abbreviato. Le indagini però erano andate avanti, e dal telefono dell’uomo erano emerse le chat esplicite con le due donne arrestate l’altro ieri insieme a lui. Lo scorso maggio il 41enne avrebbe inviato alla compagna via whatsapp un dettagliato manuale con le spiegazioni su come fare se i genitori vogliono avere rapporti sessuali con i figli, su come coinvolgere altri parenti nel “divertimento”, come adescare bambini senza destare sospetti e come trovare i “vivai” dove si concentra un numero elevato di prede. Vengono anche elencati i criteri di selezione delle vittime: si parte da scuole e asili, si ricercano le comunità povere, si scelgono bambini tristi e solitari. Stando a quanto emerso dalle indagini le chat tra i due genitori rivelerebbero che la loro figlia avrebbe iniziato a subire abusi da quando aveva poco più di un anno (ora ne ha quasi 4, ndr). Quando lui era lontano lei gli avrebbe mandato foto della bambina nuda o di parti intime della piccola. Quanto alla 37enne mantovana arrestata a sua volta, ha una figlia che oggi ha dieci anni e che per almeno sei anni ha subito le attenzioni dell’uomo. Dalle foto ritrovate nel computer e nel telefono sono saltate fuori immagini di quando la bambina aveva appena un anno che sarebbero state inviate all’uomo in cambio di denaro. Una vicenda raccapricciante in cui due bambine vengono trasformate in “meri oggetti sessuali di tre adulti” ha scritto il gip di Firenze nell’ordinanza che ha portato i tre in carcere. Intanto da quel pozzo senza fondo che sono le chat dell’uomo emergono altre violenze ancora tutte da ricostruire nei confronti di un’altra bambina, sempre con la complicità della madre, e di rapporti sessuali con una cugina di nove anni che in un messaggio rivela di avere rapporti sessuali completi con lui: “sono sempre stata con lui da quando sono nata”.