MANTOVA Quattro anni e due mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Questo quanto deciso ieri dal collegio dei giudici nei confronti di un 45enne italiano residente nell’Alto Mantovano, finito inizialmente a processo con un ben più ampio ventaglio di contestazioni e per le quali, il pubblico ministero Lucia Lombardo aveva chiesto in requisitoria una condanna a 9 anni e 11 mesi. Oltre ai citati capi d’accusa, infatti, gli altri addebiti a lui ascritti – circa i quali però non è stato riconosciuto responsabile oltre ogni ragionevole dubbio – erano: lesioni personali aggravate, minacce, violenza privata e danneggiamento.
Nello specifico, i fatti a lui ascritti, occorsi perlopiù in ambito domestico, risalivano al periodo compreso tra il 2011 e il 2021. In tale lasso temporale l’uomo, si era reso responsabile di reiterate condotte violente, perpetrate principalmente sia ai danni della propria compagna che della figlia minorenne di quest’ultima. Altri episodi invece, sarebbero stati da lui posti in essere all’indirizzo di un vicino di casa, fatto oggetto di ripetute minacce nonché del danneggiamento della propria auto. Ma le imputazioni più gravi, come detto, avevano visto quali vittime l’ex convivente e la figlia di quest’ultima, una 19enne nata da una precedente relazione della donna, che all’epoca abitava nella stessa abitazione che la madre condivideva con il 45enne. In particolare la prima, come appurato in sede dibattimentale, era stata più volte maltrattata, vessata e umiliata dal compagno, anche in presenza dei figli minori della coppia. Inoltre, a causa del carattere particolarmente irascibile dell’accusato, a fronte di una sua cronica dipendenza da alcol e droghe, era stata da lui altresì aggredita in più occasioni. Per quanto concerne invece il capitolo relativo alla violenza sessuale, tale fattispecie di reato era stata a suo tempo riqualificata nella sua ipotesi meno grave (ex articolo 609 bis ultimo comma del codice penale) e consistente in palpeggiamenti del seno nei confronti di entrambe le persone offese.