MANTOVA Ieri sera al teatro del PalaUnical è andato in scena un classico del Natale che non poteva che chiudere nel migliore dei modi il periodo natalizio. A Christmas Carol è infatti il capolavoro di Charles Dickens che la regista Melina Pellicano ha portato sul palco adattandolo liberamente.
La storia è comunque sempre la stessa, solo che in questo caso la musica la fa da padrona dando allo spettacolo quel tocco di allegria che di solito nella favola lascia spazio alla malinconia.
È la vigilia di Natale, nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza. Solo il vecchio usuraio Ebenezer Scrooge, mal sopporta questa festività. Dopo aver cacciato in malo modo tre uomini che gli chiedono un contributo per i bisognosi, Scrooge, chiuso il negozio, si reca solitario verso la sua dimora.
Durante la cena prima di andare a letto, riceve la visita dello spirito di Jacob Marley, suo vecchio socio, morto sette anni prima proprio la notte della vigilia di Natale.
Lo spirito di Marley è avvolto da pesanti catene alle cui estremità pendono dei forzieri: catene che sono conseguenza dell’avidità e dell’egoismo perpetrati mentre era in vita. Scrooge, spaventato, chiede al vecchio socio come poter evitare la stessa sorte e Marley gli rivela di essere ancora in tempo per mutare il suo destino. Prima di congedarsi, gli annuncia l’immediata visita di tre spiriti: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro.
I tre spettri, tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare l’indole meschina ed egoista di Scrooge, che si risveglierà la mattina di Natale con la consapevolezza che l’avidità del denaro e l’attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio, che per la prima volta trascorrerà il Natale con il nipote Fred e la sua famiglia.
La contrapposizione tra la solitudine e l’agiatezza di Scrooge e la serenità e la modesta situazione sociale degli altri personaggi comunica che la ricchezza d’animo è la vera ricchezza.
Il Natale rappresenta, dunque, il momento adatto per riflettere e per cambiare in positivo.
Melina Pellicano, regista e autrice del libretto dello spettacolo, afferma che nell’adattamento al musical ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo perché la scrittura di Dickens è già di per sé molto teatrale. Melina spiega: “Ho scelto di aprire lo spettacolo con il monologo e la canzone del piccolo Tim (il figlio piccolo di Bob Cratchit, impiegato di Scrooge), per affidare ad un bambino il compito di spiegare “come stanno le cose veramente”, per spiegare al pubblico il punto di vista di un bambino che guarda al mondo con occhi limpidi e senza giudizio”.