S. Nicolò, si allarga il fronte rabbinico

MANTOVA Sembrava un problema dappoco e facilmente risolvibile, ma il fronte degli oppositori religiosi all’intervento urbanistico di Mantova Hub nell’area di San Nicolò sta espandendo il proprio seguito. La lettera aperta alla cittadinanza del rabbino  Abraham Ginsberg pubblicata dalla Voce l’altro ieri, adesso trova ampio credito anche al di fuori del Committee for the preservation of Jewish cemeteries in Europe, istituzione internazionale con sede a Londra.
All’accorato appello del rabbino Ginsberg, direttore esecutivo del Comitato, si sono uniti anche i collegi rabbinici di Manchester, di Gateshead, del Belgio e della Svizzera. Un’operazione a tenaglia, insomma, che trova dalla parte opposta, affiancati al progetto dell’amministrazione comunale, la Comunità ebraica mantovana (Cem) e quella nazionale (Ucei).
Ma la questione anche in città non manca di incontrare voci critiche nello stesso alveo consiliare di via Roma. Dal centrodestra arrivano bordate sulle scelte e procedure perseguite dall’amministrazione nel dare corso al piano di rigenerazione urbana di Fiera Catena e dell’area di San Nicolò, ove trovava collocazione vincolata l’antico cimitero ebraico.
Rilievi sono stati fatti dall’ex assessore all’edilizia della giunta Sodano,  Celestino Dall’Oglio, che suggerisce di riperimetrare tutto il piano. Lo stesso ex sindaco  Nicola Sodano ha stroncato l’operazione di recupero dei capannoni (peraltro abusivi) insistenti sul sedime cimiteriale ebraico, dando evidenza alla conoscenza del problema sin dai tempi del suo mandato. Altri rilievi ancora dal consigliere forzista  Giuliano Longfils, che per dare manforte al rabbinato che ha già iniziato un’azione di ricerca negli archivi dell’Agenzia del territorio, e in particolare dell’Archivio notarile di Stato. I rogiti notarili a suo dire darebbero ragione al Comitato, evidenziando peraltro l’inspiegabile assenza documentaria nelle pratiche istruite dal Comune.