Il Piccolo Principe composto e diretto da Enrico Melozzi al Regio

PARMA L’opera per l’infanzia Il Piccolo Principe, ispirata alla celebre favola di Antoine de Saint-Exupéry e dedicata alle famiglie e ai più piccoli dai 6 ai 14 anni, torna a emozionare al Teatro Regio di Parma nell’ambito di Regio Young giovedì 21 e venerdì 22 novembre alle ore 9.00 e 11.00 per le scuole e sabato 23 novembre alle ore 15.00 e 18.00 per le famiglie, con la prova aperta mercoledì 20 novembre alle ore 18.30.

Composta da Enrico Melozzi su libretto di Stefano D eLuca che firma anche la regia, con le scene i costumi di Carla Ricotti e le luci di Simone Bovis, l’opera vede protagonisti Ralitsa Bogdanova (Il Piccolo Principe), Luca Criscuoli (L’Aviatore), Cristina Neri (La Rosa), Francesco Leone (Il Re / L’Uomo d’affari), Raffaele Tassone (Il Vanitoso / Il Lampionaio /Il Serpente), Andrea Ariano (L’Ubriacone/ Il Geografo), Giovanna Iacobellis (La Volpe) diretti da Enrico Melozzi sul podio dell’Orchestra Notturna Clandestina e del Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.

“Il deserto in cui abbiamo deciso di ambientare la nostra versione del Piccolo Principe – scrive Stefano De Luca – non è quello scelto da Saint Exupery – pur simbolico – del Sahara. Il nostro è un piccolo deserto di periferia, un luogo ai margini della società in cui vengono ammassati gli involucri vuoti dei tanti oggetti che riempiono le nostre vite. Una discarica di cartoni, scatole, scatoloni, imballaggi che un tempo hanno contenuto merce e ora, ammassati, creano montagnole simili a dune di sabbia. In questo deserto marginale incontriamo il nostro “aviatore”, un sognatore che non è mai riuscito a trovare un posto nel mondo degli adulti, interessati solo alle cose materiali. E che invece in quello spazio vuoto, fatto di scatole vuote anch’esse, ha trovato il luogo del sogno e della fantasia. Non ha volato mai, probabilmente, il nostro aviatore, se non con le ali della poesia e dell’immaginazione. Conosce il valore delle storie, del conforto che possono portare a chi le ascolta. Sa che ricordare il valore dell’amicizia e della dedizione, trasmettendolo agli altri, vuol dire mantenere accesa una stella nell’oscurità. Sa che una stella accesa, per quanto piccola, indica il cammino. E così il nostro aviatore profugo e senzatetto si è stabilito tra questi cartoni e continua a raccontare la sua storia a un grupp odi ragazzini, anche loro dimenticati da tutti. Rievoca così l’avventura del Piccolo Principe, innamorato di una rosa, caduto un giorno dalle stelle e poi ritornato lassù. In questo deserto prendono sostanza i personaggi, modelli di uomo che risultano incomprensibili e distanti nelle loro ossessioni di potere, vanità, possesso, persi nelle loro nevrosi che li isolano e li proiettano su pianeti distanti. Figure un po’ folli, ma poetiche, perché osservate con gli occhi compassionevoli di un’infanzia pura, non contaminata. Una zingarella scalza con un vecchio peluche che ricorda una volpe canta una filastrocca sull’amicizia; un ragazzo dalla giacca di pelle di serpente, che da sempre gioca con la morte sulla punta di una siringa, offre una soluzione alle pene d’amore. Il Piccolo Principe si solleverà sopra tutto questo, sopra le miserie e le sofferenze di questo piccolo mondo ridotto a discarica e allo stesso tempo così vicino al cielo, lasciando in dono agli adulti il ricordo di quella scintilla di luce universale, del loro legame con l’universo. In dono ai piccoli spettatori resta la meravigliosa possibilità di raccontare una storia celebre attraverso materiali poveri, usando quello che in genere si getta via: involucri vuoti, confezioni di oggetti inutili, che tornano a riempirsi di voci, di musica, di immaginazione, di poesia”.

Lo spettacolo al suo debutto nel 2017 è stato dedicato a Gian Maria Piccinini, fonico del Teatro Regio scomparso prematuramente, che continuiamo a ricordare con amore.