BAGNOLO Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
E ieri al tramonto Elio ha voluto ricordarlo raccontandosi al pubblico sostenuto nel dialogo dal giornalista e critico musicale Pierfrancesco Pacoda. Tante, tantissime le persone che si sono fermate ad ascoltare tra un acquisto e l’altro e tanti sono stati gli applausi per l’artista milanese, anche lui sorpreso dall’accoglienza del pubblico. “Sono arrivato qui e mi sono chiesto cosa facesse tutta questa gente. Poi mi hanno spiegato che tutti erano qui per me. Sbalordito”. Ma Elio al bagno di folla ci è abituato e quindi non è servito molto affinché entrasse nella parte e a ruota libera iniziasse a parlari di Jannacci e di tutto quello che gli ruota attorno. E quindi Milano, il teatro e i personaggi di quel tempo. “Suo figlio (di Jannacci) – racconta Elio – tempo fa mi disse che il padre era un gran “contaballe”, capace di inventarsi storie mai esistite. Una volta, Paolo Rossi, mi raccontò di quando Jannacci dovette rientrare a casa quasi all’alba e per paura delle ire della moglie si buttò nel Naviglio”.
Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.
“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente.
Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio.
Dopo le parole, la notte del Mantova Village è proseguita tra i tavoli dei tanti locali dediti alla gastronomia, ma anche nei negozi, che per l’occasione sono rimasti aperti fino alle 23.
Coniugare lo spettacolo con lo shopping si è ancora una volta rivelata una scelta azzeccata poiché erano davvero tante le persone che hanno affollato il villaggio di Bagnolo. L’anno prossimo sicuramente il bis.