La prima edizione – un azzardo in odor di follia – risale al 1981. Una schiera di sedie quasi improvvisate, nella platea verde del parco, ad ascoltare nomi così altisonanti da far pensare a molti che il cartellone fosse uno scherzo. Oggi, di quella follia, è rimasto lo spirito primigenio: il teatro strabiliante del Parc de Florans, con i suoi alberi secolari e il palco poggiante sull’antica fontana centrale, ma soprattutto con il suo carico di indicibile fascino, perfetto per accogliere, nella musica di cicale e grilli, il suono del pianoforte. Migliaia di interpreti, ma soprattutto chissà quante migliaia di spettatori – turisti di passaggio tra le strade della Provenza profonda così come inguaribili appassionati – che, provenienti da tutto il mondo, hanno fatto di questo appuntamento una pietra miliare della loro estate. Il Festival de Piano de La Roque d’Anthéron è il capolavoro di René Martin, l’opera prima di una serie di eventi (La Folle Journée di Nantes, la Grange de Meslay nella campagna vicino a Tours, i Rencontres Musicales de La Baule, solo per citarne alcuni) che proprio sul calco di quest’opera prima sono germinati in un crescendo rossiniano. Quattro intense settimane di programmazione musicale nel segno dei più grandi interpreti della scena pianistica internazionale che, quest’anno, prenderanno avvio il 20 luglio, per estendersi fino al 20 agosto. Trenta giorni esatti in cui il pittoresco paesino del Luberon sarà il crocevia di una straordinaria serie di esperienze di ascolto in cui i giganti del concertismo si succederanno con i talenti della giovane generazione. Un tratto, questo, che sembra essere andato consolidandosi negli anni, facendo de La Roque una straordinaria passerella in cui scoprire le personalità destinate a lasciare un segno nel pianismo del futuro. Il parco e le sue diverse “sale”, quella principale e il “foyer”, in un’ala laterale, la vicina abbazia di Silvacane destinata ai concerti di musica barocca, la deliziosa terrazza di Gordes destinata agli eventi jazz, il Teatro di Aix en Provence per i recital di puristi come l’immancabile Grigory Sokolov – stella fissa nel firmamento della programmazione – quello strabiliante di Miramas. E ancora: le piazze di Lambesc e di Rognes, lo spazio dedicato Étienne Vatelot ad Eygalières. Un territorio pronto a farsi cassa di risonanza di esperienze immersive e multisensoriali. L’apertura di sipario sarà affidata a Maria João Pires e all’Orchestre de chambre de Paris diretta da Gordan Nikolić, per proseguire, nelle sere successive, con l’integrale delle Mazurke chopiniane a firma di Jean Marc Luisada, con il recital di Arcadi Volodos, altro ospite irrinunciabile delle ultime edizioni, con il doppio appuntamento che vedrà protagonista la giovanissima Arielle Beck, natura musicale di cristallina bellezza e temperamento da cavallo di razza. In un’edizione mai così dichiaratamente rivolta alle giovani leve, imperdibile sarà anche il recital di Tsotne Zedginidze, classe 2009 e, come la Beck, già investito della benedizione dei sommi Argerich e Barenboim quale musicista tra i più dotati del nuovo secolo. Scorrendo il fitto programma, spiccano, tra gli altri, il recital di Nikolai Lugansky, quello del ventenne Alexander Malofeev, fino alla serata del 4 agosto, quando Alexander Kantorow, personalità tra le più sfaccettate e interessanti del nostro tempo, dialogherà, in un’autentica gara di bravura, con il violino di Daniel Lozakovich, la viola di Lawrence Power e il violoncello di Victor Julien-Laferrière sul tracciato del Quartetto in sol minore op.25 di Brahms. L’8 agosto sarà la volta di Víkingur Ólafsson e della Verbier Festival Orchestra diretta da Gábor Takács-Nagy mentre, il 16 agosto, in occasione della giornata dedicata a Gabriel Fauré, Lucas Debargues condurrà il pubblico attraverso due appuntamenti che si snoderanno dal mattino alla tarda serata attraverso la produzione del compositore, ad un secolo dalla morte. Citazioni esemplari, rivelative ma del tutto insufficienti a dire l’abbacinante ricchezza di una programmazione fiume che ogni giorno vede dai due ai tre concerti. E dopo tanta musica, l’avvincente maratona avrà un suggello di insolito intimismo, con il concerto di Adam Laloum in cui le voci di Schumann e di Schubert daranno vita ad un dialogo che avrà il sapore commosso del congedo. Per info e prenotazioni: https://www.festival-piano.com/.