TRENTO Si è alzato il sipario su Trento Musicantica, la rassegna organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara e dal Centro di eccellenza Laurence K.J. Feininger che ogni autunno riprende il suo cammino tra gli innumerevoli sentieri della musica antica, giungendo quest’anno alla 36esima edizione. Con il titolo Paradisi portae (Le porte del Paradiso) preso a prestito dall’incipit del sesto responsorio della prima domenica di Quaresima e scelto per trasmettere l’immagine della musica che apre le porte del Paradiso attraverso la sua bellezza, il Festival presenta un ricco calendario di eventi, con la musica antica che entra in dialogo creativo anche con la modernità nel concerto che vede la prima esecuzione assoluta dell’Oratorio di Marco Uvietta e nell’appuntamento (Di)stanze. Ad eccezione del concerto 9 ottobre, in scena nell’antica Chiesa Parrocchiale di Varollo in Val di Non, tutti gli appuntamenti hanno sede a Trento in luoghi dove si respira arte, storia e cultura: la Chiesa di San Francesco Saverio, la Badia di San Lorenzo, il Castello del Buonconsiglio.
Il secondo appuntamento in calendario, mercoledì 21 settembre, presenta in prima esecuzione assoluta Juditha Dubitans, oratorio in tre quadri del compositore Marco Uvietta su testi di Francesco Ghia e Carla Gubert. Realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e frutto di un lungo lavoro organizzativo e multidisciplinare, l’Oratorio presenta una complessa partitura con citazioni e modelli dal gregoriano al tardo barocco e riunisce un cast di grandi cantanti (Alda Caiello, soprano, Danilo Pastore, controtenore, Paolo Leonardi, baritono e Roberto Gianotti, tenore) e virtuosi strumentisti (Simone Vebber, organo, Alessandro Bianchini e Andrea Dulbecco, percussioni), l’Ensemble Windkraft – Kapelle für Neue Musik, la Corale polifonica dell’Università di Trento e il Gruppo vocale Laurence Feininger, con la direzione di Giancarlo Guarino.
Si prosegue domenica 2 ottobre con un concerto che rinnova la collaborazione del Festival con il Conservatorio “Francesco A. Bonporti” di Trento. Con la direzione di Roberto Gianotti, l’evento vede sul leggio il ciclo di sette cantate sacre dal titolo Membra Jesu Nostri Patientis Sanctissima del celebre compositore e organista tedesco Dietrich Buxtehude. Un concerto vocale e strumentale che restituisce un mondo sonoro di raffinata profondità e inaugura la partecipazione al Festival dell’ensemble “Gambe di legno”, protagonista insieme al Bonporti Antiqua Ensemble.
Il concerto successivo, domenica 9 ottobre a Varollo in collaborazione con il Festival regionale di Musica Sacra, è incentrato sulle musiche tramandate da un manoscritto ottocentesco, la cui edizione a cura di Paolo Delama è in corso di pubblicazione. Si tratta del “Vesperale di Varollo”, proveniente dal paesino della Val di Non e conservato presso la Biblioteca Comunale di Trento, contenente inni, salmi e cantici, parti dell’Ordinario della Messa, un Te Deum, un Miserere, un’appendice di litanie e di piae cantiones alla Madonna. Con protagonisti il Coro Galletto di Gallura, il Coro S. Lucia di Magras, il Gruppo vocale Feininger e l’organista Davide Pinna, il concerto si inserisce nel progetto del Festival regionale di Musica Sacra “Dalle Dolomiti al Limbara in note, la musica liturgica nella tradizione popolare delle genti di montagna”, creando un ponte tra la tradizione sarda e quella trentina.
Con il concerto di lunedì 17 ottobre torna al Festival il mondo seicentesco della grande policoralità romana con la musica di Orazio Benevoli, principale rappresentante del cosiddetto “barocco colossale”, compositore spesso presente nel cartellone della rassegna per il grande lavoro di studio e riscoperta che Laurence Feininger gli dedicò. L’evento, realizzato in collaborazione con la Fondazione G. Pierluigi da Palestrina e con il Pontificio Istituto Teutonico di S. Maria dell’Anima, consente di ascoltare in prima esecuzione moderna la Messa Paradisi portas a otto voci e alcuni mottetti e ricercari, eseguiti dalle due Cappelle Musicali romane di San Giacomo e di Santa Maria dell’Anima dirette dal Maestro di Cappella Flavio Colusso.
Dal Seicento romano si passa, con il concerto di mercoledì 19 ottobre, alla fine del Cinquecento con lo scrittore, cantastorie, commediografo ed enigmista bolognese Giulio Cesare Croce. In programma l’opera burlesca L’Eccellenza et Trionfo del Porco portata in scena dalla Compagnia Dramatodìa diretta da Alberto Allegrezza, un appuntamento che consente di riscoprire il mondo arguto e fantasioso dell’Italia settentrionale del tardo Cinquecento.
Domenica 30 ottobre si torna al repertorio sacro e alla devozione mariana tra Duecento e Cinquecento con un concerto, intitolato Dimmi, dolce Maria, che parte dalle prime testimonianze di componimenti musicali dedicati alla Vergine tra XIII e XIV secolo, a trasmissione monodica, e si conclude con due laudi e un mottetto polifonico tramandati da fonti di origine italiana del Cinquecento. In scena l’Aquila Altera Ensemble.
Gli appuntamenti di novembre prevedono: domenica 20 novembre, il concerto George Frideric Handel. A chamber Messiah con l’esecuzione dell’ouverture strumentale e delle più interessanti arie del celeberrimo oratorio handeliano nella versione per voci e basso continuo ad opera della Cappella Rupertina baroque ensemble diretta da Guido Pellizzari e composta da quattro cantanti (soprano, contralto, tenore e basso) e tre strumentisti (liuto, violoncello e clavicembalo); sabato 26 novembre lo spettacolo Di(stanze) che la compagnia RimeSparse, formata da quattro cantanti, l’attore Massimiliano Serino e l’attrice e regista Elisa Vitiello, dedica alla musica profana italiana del primo Seicento, in un creativo intreccio tra madrigale e prosa, tra antico e contemporaneo, tra voce cantata e voce parlata. Al centro il Primo Libro de’ Madrigali a quattro voci di Pomponio Nenna, costituito da ventuno brevi capolavori scritti nello stile del madrigale di area napoletana.
Chiude l’intensa programmazione del Festival, martedì 6 dicembre, la conferenza concerto con la presentazione della nuova edizione del volume, curato da Roberto Gianotti, di Mottetti a quattro voci, che riunisce i lavori di quattro grandi compositori del Sei-Settecento appartenenti alla Scuola Romana: Orazio Benevoli, Giuseppe Ottavio Pitoni, Pompeo Cannicciari e Giovanni Giorgi. I relatori saranno Marco Gozzi e Danilo Curti-Feininger mentre la parte musicale, che prevede l’esecuzione di alcuni di questi mottetti, è affidata all’Ensemble vocale Ad Maiora diretto da Alessandro Arnoldo. Ingresso gratuito. Non è prevista la prenotazione. Per ulteriori informazioni chiamare il numero verde 800013952
Elide Bergamaschi