Per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita

ROMA (ITALPRESS) – Venti sigarette al giorno riducono di circa quattro anni e mezzo la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. Si stima che di mille maschi adulti che fumano 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate. Lo dicono i dati del Ministero della Salute, ancora più allarmanti alla luce della diffusione del fumo. Secondo i dati del rapporto sul fumo in Italia, presentato nel 2022 dall’Istituto superiore di Sanità, quasi un italiano su quattro è un fumatore. Una percentuale che non era stata più registrata dal 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione, infatti, nel 2022 si è verificato un incremento di due punti percentuali ripartito tra i due sessi. Il fumo è uno dei temi affrontati da Stefano Centanni, direttore dell’U.O.C. di pneumologia, ASST – Santi Paolo e Carlo di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, il nuovo format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Tutto l’organismo – ha spiegato – è sensibile ai danni dal fumo, in maniera particolare l’apparato respiratorio e quello cardiocircolatorio”. Il fumo “è anche responsabile – ha affermato – di molte forme di tumore tra cui quello dello stomaco, quello dell’esofago e quello della vescica. Il fumo di sigaretta deve essere considerato il primo fattore di rischio evitabile nel mondo contemporaneo”.
Per Centanni “la lotta al tabagismo” è “difficilissima”. “Ogni 14 dollari che l’industria del tabacco spende per pubblicizzare a vario titolo il prodotto fumo di tabacco – ha detto -, soltanto un dollaro è speso dagli Stati e dai sistemi sanitari nazionali per attivare programmi di prevenzione del fumo di sigaretta”.
L’influenza può causare danno a livello respiratorio? “Generalmente è un danno temporaneo”, ha spiegato.
“L’influenza – ha proseguito – può dare polmoniti come il Covid, con minore frequenza e minore gravità, e può lasciare tosse che è legata a un’irritazione dei bronchi anche successiva alla guarigione. I pazienti maggiormente compromessi con patologie croniche hanno problematiche molto importanti legate all’infezione influenzale”.
Continua a crescere la diffusione delle sigarette a tabacco riscaldato. “Le sigarette elettroniche – ha affermato Centanni – non sono consigliabili. Non abbiamo alcuno studio serio e pubblicato che ci dica che la sigaretta elettronica non è pericolosa. Non c’è nessuno studio che dimostri che serve a smettere di fumare. Ci sono purtroppo dati che dicono che molti ragazzi accedono al fumo tramite la sigaretta elettronica”.
“Le donne – ha aggiunto – fumano più degli uomini. Nei teenager fumano più le ragazze dei ragazzi. Purtroppo il tumore del polmone sta diventando anche nel sesso femminile la principale malattia oncologica”.
Tanti fumatori credono che l’attività sportiva e l’alimentazione possano compensare i danni del fumo. “L’attività sportiva – ha spiegato – giova a tutto l’organismo. Se si mangia molta frutta, verdura, sostanze antiossidanti, questo giova. Però un fumatore non può pensare di risolvere il problema con l’attività sportiva”.
Anche in questo caso è meglio prevenire. “Sarebbe molto più facile astenersi dal cominciare piuttosto che poi smettere di fumare”, ha sottolineato. “Dico sempre ai miei pazienti – ha aggiunto – che smettere di fumare è una cosa molto seria quindi si deve provare quando si è fortemente motivati, anche ricorrendo a specialisti, a centri antifumo e a supporti farmacologici e psicologici che oggi sono estremamente efficaci”.

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