MANTOVA C’è chi aveva pensato di ridurre le aliquot edi alcuni tributi o di abbassare le tariffe di determinati servizi. O ancora chi aveva progettato di fare investimenti in opere pubbliche. Tutto adesso viene rimesso in discussione dal taglio operato dal Governo sui contributi statali spettanti ai Comuni nati da fusioni. A denunciare il grave problema che si è venuto a creare nei bilanci delle cinque amministrazioni mantovane istituite dopo le fusioni sono direttamente i sindaci che ieri nella sede della Provincia hanno annunciato una mozione che a breve sarà approvata dai rispettivi consigli comunali per attivarsi presso il Governo affinché riveda le decurtazioni di risorse. Fondi su cui i primi cittadini contavano ma soprattutto sui cui avevano puntato per convincere i cittadini sulla bontà della fusione. Diversa la percentuale dei tagli a seconda dell’anzianità della fusione: più è recente e maggiore è l’incidenza. «Avevo pensato a un investimento per riqualificare la piazza di Gazzo e alla riduzione delle tariffe di mense e trasporto scolastico – spiega il sindaco di San Giorgio Bigarello Beniamino Morselli- ma adesso tutto viene rimesso in discussione. A noi, invece del previsto 1.100.000 di euro arriveranno appena 477mila euro». Per Borgo Mantovano che dall’1 gennaio 2018 riunisce Pieve di Coriano, Revere e Villa Poma il taglio è del 40% (467mila euro invece di 754mila). E il sindaco Alberto Borsari parla di «grande difficoltà perché la misura è stata annunciata il 26 giugno quando i bilanci erano già approvati». Va meglio a Borgo Virgilio (la fusione già nel febbraio del 2014): «mancheranno circa 350mila euro e adesso dovremo capire come fare per rientrare», spiega Francesco Aporti. Finanziamento dimezzato anche per Borgo Carbonara: «da noi il taglio è del 50 per cento» afferma Lisetta Superbi. Stesso discorso per Sermide e Felonica con 133mila euro in meno su cui contare come ha spiegato il vice sindaco Annalisa Bazzi.
Il governo gela i comuni nati da fusioni: contributi tagliati fino al 40%
Cinque i comuni mantovani inguaiati da un provvedimento emesso a bilanci già approvati