Il vicesindaco lascia: screzi col sindaco. “Manca la fiducia”

BOZZOLO – Un bomba a ciel sereno quella che ieri si è abbattuta sul Comune di Bozzolo dove ha iniziato a circolare una lettera, indirizzata al sindaco Torchio, scritta dal vicesindaco Bosi in cui annuncia le sue dimissioni da assessore restando, comunque tra i banchi del consiglio per rispetto degli elettori. Alla base divergenze con il primo cittadino circa alcune azioni e modi di agire.
Quattro pagine in cui vengono spiegate le motivazioni che hanno spinto il vicesindaco Giampaolo Bosi a rimettere nelle mani del sindaco Giuseppe Torchio le funzioni da lui fino ad oggi rivestite. Una lunga lettera che, come detto, doveva essere destinata solamente al sindaco (e per conoscenza al capogruppo del gruppo di maggioranza “Bozzolo Futura” ed alla segretaria comunale per conoscenza), almeno finchè le sue dimissioni non fossero state pubbliche: lettera che, però è stata divulgata – parrebbe proprio dal capogruppo di maggioranza – portando, come immaginabile, sconcerto nel paese ed in municipio.
Diverse le motivazioni addotte da Bosi che inizia la sua relazione riconoscendo comunque le competenze e la grande esperienza politica di Torchio: stima, però in parte ora offuscata da alcune situazioni passate e divergenze personali sulle modalità di amministrare la cosa pubblica, nonchè da alcuni screzi che avrebbero creato – almeno ad oggi – una frattura a livello personale tra il sindaco ed il suo vice.
«Hai creato una buona squadra ma non sei capace a gestirla – si legge nella lettera scritta da Bosi -, non ti sei mai comportato da leader…pur di essere sopra tutto sei disposto, e lo hai fatto un’infinità di volte, a distruggere anche chi ti sta vicino e lavora per te». Da lì poi un excursus in cui il vicesindaco ripercorre alcuni fatti passati che mostrerebbero, a suo dire, una scarsa abitudine di Torchio nel condividere fin da subito alcune azioni con i colleghi della giunta che, prosegue Bosi, «non hai mai considerato come organo decisionale collegiale». E proprio ai colleghi della giunta è rivolto il rammarico di Bosi per non averli visti in alcune situazioni schierarsi da una parte piuttosto che dall’altra.
A Torchio, dunque, l’accusa di aver sovente preso decisioni senza prima interpellare i colleghi, salvo poi approvare in sede di giunta i progetti relativi a decisioni ormai prese: «questa è sempre stata la tua mancanza di rispetto verso chi invece ha sempre operato in maniera collegiale». Situazioni che in più occasioni avrebbero portato anche a confronti accesi «che abbiamo sempre classificato come atti di pura democrazia ma che siamo ben consci erano pure e sane liti».
Al centro, dunque, forse, caratteri diversi ma anche scelte amministrative come quella, riportata nella stessa lettera, circa la fornitura di 1.500 mascherine chirurgiche durante l’emergenza Covid: mascherine comprate dal Comune che sarebbero poi state vendute dalla farmacia comunale a prezzi maggiorati. Discorso analogo per le mascherine in tela acquistate personalmente dal sindaco da un’azienda do Castel Goffredo e poi vendute, sempre dalla farmacia comunale, ad un prezzo superiore a quello d’acquisto. Aspetti, questi, che avrebbero creato ulteriori attriti, ad oggi non ancora del tutto risanati, tra i due amministratori bozzolesi.
Screzi e divergenze di vedute che a lungo andare avrebbero minato il rapporto, anche di fiducia, tra il sindaco ed il suo vice fino alla decisione di Bosi, il 29 luglio, di scrivere la lettera ed indirizzarla a Torchio; lettera in cui spiegava le ragioni della sua scelta di lasciare il suo ruolo di vicesindaco ed assessore e rimettere nelle mani del sindaco i suoi incarichi restando, però «per ora, per rispetto degli elettori, in carica come consigliere comunale». Stesso discorso per la delega data a Bosi all’interno dell’Unione Terre dei Gonzaga (che vede insieme i Comuni di Bozzolo e Rivarolo).