VIADANA – Nell’edizione de La Voce di giovedì 30 è stata riportata la notizia della ripresa dei lavori al Palafarina.
Un tema oggetto di confronto e discussione non solo a Palazzo Matteotti, ma anche in altre sedi istituzionali. Infatti l’argomento è stato sviluppato e affrontato anche al Pirellone su impulso del consigliere regionale dem Antonella Forattini, firmataria di un’interrogazione presentata il 29 gennaio. Un documento redatto per chiedere all’esponente della giunta Fontana di conoscere le reali tempistiche del cantiere. Dopo la prima risposta ricevuta a Palazzo Lombardia dall’assessore regionale allo sport Martina Cambiaghi che ha fornito rassicurazioni in merito al nuovo cronoprogramma dei lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico del palazzetto dello sport, crollato nel febbraio 2015, anche l’assessore ai lavori pubblici del Comune di Viadana Franco Rossi si sofferma sulla data di consegna: «I lavori – esordisce l’amministratore locale della cittadina rivierasca – sono ripartiti. Ora ci aspettiamo che entro il mese di agosto il palazzetto venga ultimato».
Un’importante novità connessa alla ridefinizione dell’accordo con Regione Lombardia, ente che ha cofinanziato l’opera. La “deadline” per i lavori (affidati al Rti veronese Camero Ferramenta-Tieni Costruzioni) costituisce la novità più attesa dal mondo sportivo e politico viadanese, un nuovo capitolo di un iter complesso e impegnativo che ha visto nelle dimissioni dell’allora direttore dei lavori arch. Francesco Palumbo nel mese di settembre, un momento estremamente delicato. Una missiva in cui quest’ultimo denunciava irregolarità nella realizzazione dei lavori in oggetto.
Come noto il documento dell’arch. Palumbo ha spinto Palazzo Matteotti a tutelarsi per «promuovere ogni azione legale, volta ad accertare eventuali responsabilità contrattuali ed extracontrattuali nell’esecuzione dell’opera, comprese quelle per violazione dei doveri di di vigilanza e controllo in capo per legge alla direzione dei lavori e a chiedere i relativi danni, inclusi quelli derivanti dalle dimissioni, ove ritenute illegittime».