Pro loco vs. Comune: è diventata guerra aperta

Il municipio di Ostiglia

OSTIGLI La si può definire, ormai, una “guerra aperta”: ed è quella tra amministrazione di Ostiglia e Pro loco. Dopo le spiegazioni date dal sindaco Luciano Barberio nel corso dell’ultima seduta consiliare dell’anno, ecco arrivare – a stretto giro di posta – la replica della ex presidente Cristina Leviti, dimessasi insieme a tutto il direttivo ai primi di dicembre.«Dimissioni che – spiega Leviti – sono arrivate al termine di una querelle iniziata lo scorso 22 ottobre con «una nota del sindaco in cui si presuppone un limite alle attività della Pro loco nel corso del dicembre; timori che trovano conferma con una mail inviata pochi giorni dopo in cui si annuncia l’interruzione della collaborazione». Ed è qui che, come si dice, “scoppia il bubbone”: «Il 30 ottobre – prosegue Leviti – veniamo convocati, per un incontro urgente da tenersi il 2 novembre; la richiesta di rinvio, la presidente era in ferie, viene totalmente ignorata». Il direttivo si trova in una situazione anomala, aggiunge la ex presidente, con «richieste di rendicontazione, dubbi se le cose dette siano verità certificate e considerazioni sulle remunerazioni dei volontari che, essendo volontari, non percepiscono remunerazione. In sostanza siamo di fronte a una persona che , sulla base di un concetto che possiamo definire di democrazia autoritaria e che muovendosi in un terreno oltretutto poco conosciuto supera l’obiettivo di valutazione sulla validità sociale delle manifestazioni e sulla base di queste decidere la partecipazione finanziaria, ma entra in merito della associazione che spetta in ultima analisi solo agli associati».A questo punto, precisa Leviti, arriva dal sindaco la richiesta – via pec – di sostituire la presidente e quindi, dopo una riunione del direttivo, arrivano le dimissioni in toto sia di presidente che del direttivo: «Per il 16 gennaio è stata convocata l’assemblea ordinaria dei soci – aggiunge – Nel frattempo il sindaco ha cercato di convocare il vecchio direttivo per ricucire alcune pezze, ma con la raccomandazione di escludere la ex presidente e uno dei consiglieri che porta lo stesso cognome».Infine l’ultimo affondo: «Il sindaco ignora lo statuto dell’associazione e tantomeno cosa significa dare un contributo alla stessa e non assolutamente un finanziamento – conclude Leviti – Il dialogo non può essere duraturo quando ricevi minacce di querela, ognuno di noi ha famiglia e una dignità personale da salvare».