RONCOFERRARO – Alla fine la manifestazione è andata in scena, e tutto si è svolto senza nessun problema: sono stati circa un centinaio i partecipanti alla manifestazione antifascista di Roncoferraro, manifestazione che arriva all’indomani della ridda di polemiche scoppiate tra maggioranza e opposizione sul restauro del cippo definito “pennone dell’Impero” e recante scritte di epoca mussoliniana. Polemiche che non si sono placate, tanto che l’ex sindaco di Roncoferraro – e oggi consigliere di minoranza – Federico Baruffaldi ha rivolto un invito all’assessore Roberto Archi di «riflettere sulle proprie posizioni non escludendo anche eventuali dimissioni. Unico momento di tensione ieri la notizia, al momento ancora da confermare, di un gruppo di estrema destra che si sarebbe recato al pennone omaggiandolo con un saluto nazista ma i due gruppi non sono mai venuti a contatto e non si sono registrati incidenti nemmeno di tipo verbale.
Ciò che emerge dagli interventi, una decina in tutto, che si sono seguiti nella mattinata che ha visto la presenza di delegazioni di Pd, Arci, Potere al Popolo, eQual, e dei consiglieri di minoranza di Roncoferraro, è soprattutto un leitmotiv, ovvero “Roncoferraro resti antifascista”; pensiero rincarato dagli esponenti di eQual e di Potere al Popolo che, sia dalla piazza che sui social hanno ribadito la loro preoccupazione sul fatto che «Roncoferraro possa diventare una nuova Predappio». Gli esponenti hanno poi avanzato anche una proposta, ossia quella di rinominare il pennone dal “dell’Impero” a “in memoria delle vittime del colonialismo fascista in Africa».
Contestualizzare il monumento è stato un altro dei fili conduttori della manifestazione di ieri: «Credo che l’atteggiamento di questa amministrazione stia dando fastidio anche all’elettorato di centrodestra – ha dichiarato Baruffaldi – Si tratta di una questione che non è “destra contro sinistra” ma “democrazia contro antidemocrazia”. Restaurare i monumenti va bene, spiegando di cosa si tratta, commemorare vittime innocenti pure ma le nostalgie di un certo passato no».