Sustinente Vigilia di campionato per la Sesa Sustinente, impegnata domani sera a Pizzighettone nella settima giornata. Con Cesarino Squassabia, 70 anni, da sempre l’anima e la storia del Basket Sustinente, facciamo un primo bilancio sulla stagione dei “Falchi”. Squassabia è conosciuto a livello nazionale per i suoi fondamentali apporti all’applicazione del gioco in ambito educativo ed è uno dei sostenitori del cognitivismo, cioè della possibilità di far crescere, in qualsiasi ambito, i ragazzi attraverso la responsabilizzazione e la libertà nelle scelte, anziché, ad esempio in ambito sportivo, attraverso la mera ripetizione del gesto tecnico. Nella rivoluzione societaria che il Basket Sustinente ha portato avanti quest’estate è stato uno dei motori che hanno permesso alla società di essere ancora tra le protagoniste, non solo in ambito provinciale.
«Non è stato facile – racconta – anche perché ci siamo trovati in 15 giorni a cambiare tutto. Non solo a livello tecnico e come modo di costruire la squadra, ma anche a livello societario. Per motivi di età e di impegni personali, sono ormai l’unico rimasto dei fondatori della società nel 1972. Quando abbiamo deciso di costruire una C Gold “all under” è stato un salto nel buio, ma un salto che ci ha dato entusiasmo. Chiaramente dobbiamo ringraziare moltissimo la Pallacanestro Mantovana, dal presidente Negri ai coach Finelli e Cassinerio, che si stanno impegnando moltissimo nel coordinare il progetto. Ma soprattutto dobbiamo ringraziare noi stessi, come società, per averci creduto subito con entusiasmo, e i ragazzi, arrivati da molte società diverse, che si stanno impegnando moltissimo, e che già oggi tengono il campo senza problemi contro compagini molto più esperte e attrezzate fisicamente. Vedere partite come quella ultima con Opera, in cui fino a un minuto dalla fine abbiamo coltivato la speranza di farcela a strappare il primo referto rosa della stagione, ci dice che siamo sulla buona strada. Come sempre, però, è relativamente facile, in una scala da 1 a 10, arrivare a 8: gli ultimi due scalini sono i più difficili. Si tratta, per i nostri giocatori, di allenare la concentrazione, di acquisire velocemente una maturità che necessariamente passa attraverso l’essere buttati in campo in situazioni di gioco a cui sono ancora poco avvezzi. Un plauso va al nostro staff tecnico, perché Brentegani e Ferrari stanno mostrando molto equilibrio nell’approccio alla crescita dei ragazzi. Continueremo così, perché sono situazioni che creano entusiasmo, specie dopo stagioni piene di problemi come quelli della scorsa stagione».