Calcio – Filippo Piccoli a cuore aperto: “Bisogna voler bene al Mantova. La B è il nostro punto di partenza”

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Mantova E’ un presidente Filippo Piccoli come non lo avete mai visto. O almeno, si è mostrato così poche volte, forse solo in occasione della promozione del Mantova in B e per la presentazione del Sinergy Center. Sta di fatto che il patron biancorosso ha rilasciato una lunga intervista a 360 gradi, toccando diversi argomenti, sia di campo che extra.
Presidente, partiamo dal bilancio di queste prime giornate di campionato…
«Se prima dell’inizio del campionato mi avessero detto che alla 13esima giornata saremmo stati dove siamo, sarei stato più che contento. Penso che sia un risultato di assoluto valore e soddisfazione, poi è ovvio che quando perdiamo riprendo il sorriso il giovedì mattina. Ma a tutti dispiace perdere. C’è da migliorare sicuramente, però ad oggi possiamo recriminare solo di non avere 2-3 punti in più. A questi colori bisogna voler bene e starci il più vicino possibile perché Mantova è la dimostrazione di un percorso nuovo e iniziato solo un anno fa. La strada è ancora lunga, ma sono sicuro che porterà a tante belle soddisfazioni».
Cos’ha provato al triplice fischio dopo la vittoria con la Cremonese?
«Mi sono commosso perché sentivo quanto fosse importante per voi. Anche se non sono mantovano. Venivamo da un mese in cui ci è mancato qualcosa e vincere è stata una liberazione».
E per quanto è successo prima e dopo la partita?
«Lì abbiamo perso un po’ tutti. Quello che è accaduto, sia al tifoso disabile in primis, che ai servizi igienici, è inconcepibile. Ne usciamo un po’ con le ossa rotte, perché fatichiamo per portare bambini e giovani allo stadio e poi succedono queste cose. Non so davvero cosa dire».
Sabato sugli spalti era presente anche il presidente della Lega di B, Mauro Balata. Avete avuto modo di confrontarvi?
«Personalmente sono molto legato al presidente Balata. Ha dato fiducia al nostro progetto, interessandosi già a inizio anno e dandoci una grossa mano. In questo momento, in Lega, c’è una situazione delicata e il problema principale riguarda il non rinnovo del contratto con Sky. La mia candidatura a consigliere? L’ho accettata con entusiasmo, anche se regna la fase di stallo sulle prossime elezioni. Però, se c’è da dare una mano, lo faccio volentieri perché c’è bisogno di idee innovative. Parte delle proprietà presenti in B sono straniere, quindi serve un po’ di italianità. Balata ci ha riconosciuti come unica squadra di B che segue a pieno l’italianizzazione dei giocatori».
Su mister Possanzini cosa ci dice?
«Che non è mai stato in discussione e difficilmente lo sarà. È un anello, assieme a me e al direttore Botturi, di un progetto importante. Crediamo fortemente nelle nostre idee, anche se inizialmente ha portato a qualche rischio. Ad esempio, a oggi i numeri dicono che giochiamo con il 70% di debuttanti e molti giovani. La promozione è arrivata velocemente e inaspettatamente e questo ci ha portati a non essere pronti a livello strutturale. Ma in tempi rapidi siamo riusciti ad attrezzarci lavorando giorno e notte in estate. Al momento reputo che le cose stiano andando discretamente bene. Ci siamo e a tutti i costi vogliamo rimanere in Serie B. Il raggiungimento della categoria è solo un nuovo punto di partenza».
Qual è l’obiettivo di questo Mantova?
«La salvezza. Sarebbe da irresponsabili promettere cose impossibili. Tutti noi lavoriamo per far sì che il Mantova arrivi a fine maggio salvo, e faremo di tutto perchè ciò avvenga».
Il mister ritiene che il Mantova non sia tutelato dagli arbitri. Lei concorda?
«Possanzini ha ragione. Chiaro che il Mantova deve crescere anche al di fuori del terreno di gioco in termini di peso politico. Siamo visti come una neo promossa che arriva da 14-15 anni di disgrazie e rovinose vicissitudini. Per cui non abbiamo il peso che hanno i grandi club. Ma il nostro dna è quello di non alzare troppo la voce perché non sempre è produttivo. Però stiamo iniziando a farci sentire e questo fa parte del percorso di crescita».
Quali sono le armi di questo Mantova?
«Giovani di proprietà, la patrimonializzazione, lo stadio e il centro sportivo. Quest’anno abbiamo giovani di proprietà che hanno un valore importate. Lo dimostra l’elenco degli osservatori che vengono al Martelli per osservarli. Oltre a questo, disponiamo di un centro sportivo come il Sinergy che rappresenta l’inizio di un percorso. Il mio intento è quello di farlo diventare un centro sportivo a 360 gradi».