Mantova Per Stefano Cella sembra essere iniziata una nuova era al Mantova. Il difensore centrale classe 2001, dalla prima gara di ritorno con la Reggiana, è sempre stato schierato titolare e ha già collezionato 360 minuti contro i 531 dell’intero girone d’andata. «In ogni allenamento, do sempre il massimo – afferma Cella – sta poi al mister decidere se farmi giocare o no. Sto facendo un percorso di crescita importante e sono contento di poter giocare. Se sta arrivando un po’ di continuità penso sia frutto anche di quello che ho seminato lo scorso anno. Sono felice e, a essere onesto, un po’ me lo aspettavo».
Contro la Sampdoria è arrivato il secondo pareggio in rimonta, dopo il 2-2 di Cosenza. «I due gol subiti in poco tempo ci hanno lasciati di stucco. Però siamo stati bravi a rimanere lucidi e a invertire la rotta nella ripresa. È stato un bel crocevia; peccato per l’occasione finale (il palo di Debenedetti, ndr) perché ci saremmo potuti portare a casa i tre punti. Marcare Niang? E’ stato molto bello. Fino a qualche anno fa lo guardavo dalla televisione. Per me è stato emozionante riuscire ad impedirgli di segnare. Ma la cosa più importante, e di cui sono felice, non è la mia prestazione, bensì la voglia di riscatto che la squadra ha avuto nella ripresa. Ogni partita fa storia a sé, non c’è da guardare il risultato precedente. Noi siamo scesi in campo con il piglio giusto, però poi abbiamo preso gol. I singoli episodi che spostano gli equilibri possono capitare in tutte le sfide».
Il Mantova ha cambiato spesso gli interpreti nei vari ruoli, ma senza snaturarsi. «Se dicessi che preferisco giocare in difesa con un compagno particolare piuttosto che un altro, direi una bugia. In allenamento il mister ci cambia sempre, quindi mi capita spesso di giocare assieme a De Maio, Redolfi, Brignani e Solini. Personalmente mi trovo bene con tutti, per questo, chiunque abbia al mio fianco, sono molto tranquillo. Conosco i loro pregi e come interpretano la gara». Come per molti giocatori biancorossi, anche per Stefano questa è la prima stagione in Serie B. «La differenza tra C e B non è così piccola – spiega – cambiano molto le dinamiche e i contesti. A me piacciono tutti gli stadi in cui andiamo. Soprattutto il Martelli, perché l’ambiente che si crea intorno alla partita è bellissimo, mozzafiato. Siamo consapevoli dei nostri pregi e dei difetti. Il mister ci dice sempre che per ora abbiamo espresso solo il 30% del nostro potenziale. Sappiamo cosa dobbiamo e vogliamo fare per raggiungere i nostri obiettivi. Io sono tranquillo, perché a fine gara analizzo tutto. E’ vero che abbiamo lasciato punti per strada, ma siamo consci del lavoro fatto durante la settimana e di quello che potremo migliorare nelle prossime gare. Io sono una persona che vuole sempre migliorarsi e che non si accontenta mai. Mi auguro possa andare sempre meglio da qui alla fine della stagione». A partire da sabato e dalla difficile e delicata trasferta del “Braglia” di Modena. «Ci aspettiamo una partita difficile come tutte le altre – conclude Cella – giocheremo in un ambiente molto caldo e andremo là per vincere come facciamo in ogni match. Vogliamo fare punti per allontanarci dalle zone basse e risalire. Giocherò? Non lo so, spero di sì. Di solito lo sappiamo solo dopo la riunione pre-partita».