MANTOVA Sabato il Martelli ospiterà Mantova-Frosinone. La mente corre alla semifinale play off di C1, stagione 2004-05. Una eccellente prova di squadra dell’Acm, che ipotecò la finale vincendo 4-2 in Ciociaria e chiuse la pratica con l’1-0 al Martelli. Grande protagonista fu Paolo Poggi, autore del quarto gol all’andata e di quello al ritorno. Un’autentica prodezza, quest’ultima: in rovesciata. Abbiamo rintracciato l’ex attaccante biancorosso, oggi responsabile della scuola calcio Venezia Nettuno Lido, per una chiacchierata tra passato e presente.
Paolo, ti abbiamo sbloccato un ricordo?
«È sempre vivo nella mia memoria. Il gol del match di ritorno è stato uno dei più belli della mia carriera».
Vi eravate portati avanti all’andata…
«Sì. A Frosinone giocammo davvero una partita straordinaria, in uno stadio caldissimo. È lì che abbiamo “prenotato” la finale col Pavia, che poi vincemmo conquistando la B».
Cosa ti è rimasto di quegli anni?
«L’entusiasmo incredibile che si respirava in città. Io avevo accettato di venire a Mantova, scendendo in C, perchè volevo rimettermi in gioco e contribuire a un’impresa storica per questa società: il ritorno in B dopo 32 anni. C’erano tutte le condizioni per farcela, il mio istinto mi diceva che era la scelta giusta. E così fu».
A Mantova ricordi felici da calciatore, un po’ meno da dirigente…
«Da calciatore sono rimasto due anni e la considero una delle esperienze migliori della mia carriera. Ci sono tornato nel 2009-10 per la mia prima volta da dirigente ed è stata un’annata disgraziata. Siamo comunque riusciti a tenere botta fino all’ultimo, retrocedendo all’ultima giornata nonostante quello che ci stessero facendo alle spalle (il riferimento è al calcio scommesse che vide coinvolto più di un calciatore biancorosso, ndr)».
Veniamo al presente. Ti sorprende vedere il Mantova di nuovo in B?
«Mi ha sorpreso l’anno scorso. Ha vinto con una tale supremazia che c’è poco spazio per le parole. L’ho visto all’opera una decina di volte e mi sono divertito».
Quest’anno è un po’ più dura…
«Il Mantova sta facendo il campionato che deve fare. I primi anni in B servono per mettere le basi per il futuro, consolidare gli equilibri societari e i principi di gioco. In viale Te hanno fatto benissimo a ripartire dalle certezze dello scorso campionato».
C’è qualche giovane che ammiri?
«Diversi, da Bragantini ad Artioli. Vorrei però nominare un ragazzo che non è tra i più giovani, ma che conosco molto bene: Mattia Aramu. Era con me a Venezia. Ha le qualità per trascinare il Mantova, io gli darei grande fiducia. Poi ovviamente sta a lui meritarsela».
Il Frosinone non se la passa bene…
«La retrocessione immeritata della scorsa stagione pesa. Però è una società organizzata, con presidente e ds capaci. Ha tutto per risalire la china».
Che partita ti aspetti?
«Molto contratta. A meno che non si sblocchi all’inizio, e allora tutto può cambiare. Sicuramente è una sfida delicata, anche perchè non si può dire che siamo all’inizio del campionato».
Come vedi il torneo di Serie B quest’anno?
«Io amo la B. Lo considero il campionato più bello d’Italia perchè è puro, difficile, imprevedibile, per le città e i club che coinvolge. Il Sassuolo sta facendo corsa a parte e ha tutti i mezzi per resistere fino alla fine».
Il Mantova dove può arrivare?
«L’obiettivo salvezza è raggiungibile. Auguro all’Acm di creare fondamenta sempre più robuste per rimanere a lungo ad alti livelli. Mantova merita quel palcoscenico».