MANTOVA Da un doppio ex all’altro. Dopo Gennaro Volpe, che abbiamo intervistato nei giorni scorsi, tocca a Silvano Raggio Garibaldi presentare il match di domenica tra Virtus Entella e Mantova. Anche lui può farlo a ragion veduta: a Chiavari ci è nato, nell’Entella è cresciuto (prima di passare al Genoa) e ha giocato, nel Mantova è rinato e vi ha lasciato il cuore.
Silvano, parliamo di due società centrali nella tua lunga carriera…
«Eh sì, sono molto legato ad entrambe».
Che partita ti aspetti domenica?
«Divertente. Si affrontano due squadre allenate bene e organizzate».
Parliamo degli allenatori…
«Possanzini mi è piaciuto fin dalle prime partite in C. Ha fatto un capolavoro con la promozione e ancora di più con la salvezza dello scorso anno. Ha fatto una scelta coraggiosa a rimanere. Il Mantova ha cambiato molto, ma avere lo stesso allenatore da tre anni è un vantaggio».
E Chiappella?
«È un altro tecnico emergente che ha dimostrato ottime capacità. La Virtus, che considero un gioiellino di società, ha tenuto la base della C e non perde da un anno. Già questo dice tutto».
Il campo in sintetico favorisce l’Entella?
«Sì, chi gioca sull’erba naturale inevitabilmente incontra difficoltà sul sintetico».
Secondo te, a cosa può ambire il Mantova?
«In B è questione di dettagli: vinci due partite in più e sei ai play off, le perdi e rischi i play out. Io penso che il Mantova debba pensare a consolidarsi in categoria. È la base per crescere».
Qual è il giocatore biancorosso che ammiri di più?
«Trimboli è fortissimo».
Ti ci rivedi in lui?
«No, perchè è troppo bravo. Ha un unico difetto: è sampdoriano (ride, ndr)».
A distanza di qualche anno, cosa ti ha lasciato l’esperienza mantovana?
«Tanti amici, che sento ancora. Sul campo stagioni intense e indimenticabili. Mantova mi ha rilanciato, è stata la maglia che ho vestito più volte in carriera (119 presenze). Venivo dall’Entella, dove ero spesso infortunato: nell’Acm ho ritrovato continuità ed entusiasmo».
Qualche ricordo?
«La stagione più bella è stata la prima, con Juric. Eravamo un grande gruppo. La partita in casa con l’Alessandria è stata fantastica: se devo indicarne una, tra le tante che ho giocato, scelgo quella. Mantova mi è mancata talmente tanto che ci sono tornato in Serie D, pochi mesi dopo il fallimento. Poi sono andato al Como. Forse qualcuno ci è rimasto male e mi dispiace».
Dell’esperienza all’Entella cosa puoi dirci?
«Ci giocavo da bambino, ha rappresentato tanto per me. Poi sono passato al Genoa e ci sono tornato qualche anno dopo, conquistando la promozione in B».
A 36 anni ti diverti ancora in campo?
«Sì, gioco in D nel Sestri Levante. Che è proprio la società “rivale” dell’Entella… Vabbè, il calcio è così».
E domenica a Chiavari come finisce?
«Mi gioco il pari. E spero che alla fine siano contente tutte e due».





































