MANTOVA E’accusata di omicidio stradale e ieri mattina, con quella stessa accusa, è stata rinviata a giudizio. Si tratta di G.B., una donna di Dosolo che la mattina dell’11 luglio del 2016 investì il piccolo Eric Bale, un bimbo indiano di 9 anni che morì due giorni dopo il tragico incidente.
Concluse tutte le indagini e gli accertamenti disposti dalla procura, ieri mattina il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Mantova ha ritenuto valide le motivazioni portate dall’accusa e ha quindi deciso di mandare a processo la donna. Processo che si svolgerà con dibattimento e la cui prima udienza è stata fissata per l’11 marzo dell’anno prossimo. La donna accusata di omicidio stradale è difesa dall’avvocato Nicola Termanini del Foro di Modena.
Il tragico incidente si era verificato alle 7.40 dell’11 luglio 2016. Il piccolo, in sella alla sua bicicletta, stava uscendo dalla corte dove abitava con la famiglia, in via Roma. Giusto in quel momento, però, stava arrivando l’auto con a bordo la donna, che pure all’epoca dei fatti abitava a Dosolo. Stando a quanto era stato ricostruito subito dopo l’incidente, la donna non aveva fatto in tempo a frenare l’auto. Il piccolo di 9 anni, colpito in pieno, era stato quindi sbalzato a terra, picchiando violentemente il capo sull’asfalto.
Subito la signora si era precipitata fuori dall’abitacolo chiedendo aiuto a gran voce e cercando di soccorrere il piccolo, che già in quel momento appariva in condizioni particolarmente gravi. Sul posto, attirate dalle grida della conducente, erano arrivate diverse persone che si erano prodigate per aiutare il piccolo. All’arrivo del 118, il il piccolo Eric era stato stabilizzato e poi caricato sull’elisoccorso, quindi trasportato all’ospedale di Bergamo. Qui, in fin di vita, era rimasto ricoverato per due giorni nel reparto di Terapia Intensiva sotto lo strettissimo controllo dei medici bergamaschi. Troppo gravi, però, i tramui: nella giornata del 13 luglio il piccolo si era spento e i suoi organi, per volere della famiglia, erano stati donati. La tragedia aveva lasciato un profondo solco nella comunità dosolese, dove la famiglia viveva già da anni.
Giovanni Bernardi