Mantova Sei partite, sei gol. Passano gli anni (il prossimo 15 febbraio saranno 37), ma Cristian Altinier è sempre sul pezzo. Che nel suo caso significa sotto porta, pronto a gonfiare la rete. Con lui parliamo di questo inizio di stagione del Mantova, primo in classifica ma reduce da un pareggio sofferto a Crema.
Cristian, ripartiamo appunto da lì. Come hai visto quella partita?
«Noi abbiamo giocato un buon primo tempo, mentre nel secondo abbiamo subìto la loro reazione. Ma ci poteva stare: per l’organico che ha, il Crema meriterebbe ben altra classifica. E poi contro di noi ha giocato la “partita della vita”. Come tutte, del resto».
Quindi lo consideri un punto guadagnato?
«Lo considero un buon punto. Anche se nel finale abbiamo avuto le occasioni per vincere».
Sia a Lodi che a Crema, comunque, si è visto un Mantova a tratti più rinunciatario. Non trovi?
«Erano due trasferte insidiose, su campi difficili. Abbiamo cercato di stare più attenti in fase difensiva e ci siamo in parte riusciti. Abbiamo sofferto, ma siamo rimasti uniti».
Quando guardi la classifica cosa pensi?
«Che non è indicativa. La nostra rivale al momento è il Fiorenzuola, ma tra un mese magari sarà un’altra. Anzi, sono sicuro che nelle zone alte della classifica possa rientrare qualche squadra che al momento è un po’ indietro. A noi, comunque, tutto questo interessa relativamente: dobbiamo pensare a noi stessi».
Cos’hanno in comune e cosa di diverso il Mantova dello scorso anno e quello di quest’anno?
«Parliamo di due rose diverse, ma entrambe molto forti per la categoria. In comune c’è la mentalità: ora come un anno fa l’obiettivo è vincere su tutti i campi. Sono diversi gli interpreti e la metodologia degli allenatori».
In che senso?
«Morgia teorizzava una pressione costante e snervante. Era un tecnico più integralista di Brando, che invece studia gli avversari e imposta la partita in base alle loro caratteristiche».
A Crema il mister ha varato il 4-2-3-1: come ti è sembrato?
«Per me personalmente cambia poco: resto sempre la… punta dell’iceberg. Cambia per i tre dietro di me. Comunque è una soluzione che può venire utile e che arricchisce il nostro potenziale».
Che differenze hai notato tra il girone dello scorso anno e l’attuale?
«Il B di una stagione fa comprendeva dei “picchi”: Como, Rezzato e Pro Sesto avevano speso parecchio e puntavano alla promozione. Nel D di quest’anno, invece, non c’è la squadra che ha investito tanto, ma tante ottime squadre che ti possono mettere in difficoltà».
Come giudichi finora la tua stagione?
«Era partita così così: prima l’influenza, poi uno stiramento che mi ha fatto saltare la Coppa Italia a Siena e Pescara; e ancora la squalifica della prima di campionato, la botta presa a San Mauro Pascoli… Per fortuna ora va tutto bene».
Dei 6 gol che hai segnato qual è il più bello?
«Quello col Fanfulla perchè è valso i tre punti».
Domenica arriva il Mezzolara…
«È una squadra che gioca bene e crea tanto. Nell’ultimo turno ha perso 4-1 in casa contro il Franciacorta, ma è un risultato bugiardo. Dopo due trasferte consecutive siamo contenti di tornare al Martelli».
Da veterano che consiglio puoi dare ai tuoi compagni?
«Di rimanere molto concentrati perchè siamo solo a metà del girone d’andata e la strada è lunga. A febbraio-marzo capiremo qualcosa di più».