Diocesi, oltre 340mila euro per i rifugiati ucraini

MANTOVA  Venticinque anni di gemellaggio tra la Diocesi di Mantova e Leopoli, e sono stati oltre 344.000 gli euro utilizzati (da febbraio 2022 ad oggi) a sostegno dei rifugiati ucraini nel mantovano, dove almeno un profugo su due è stato aiutato dalla rete dei servizi caritativi diocesani. È stato presentato in Curia il rendiconto delle azioni operate dalla Chiesa mantovana, tramite la Caritas diocesana, a favore delle famiglie ucraine, in fuga dalle zone teatro della guerra, che non erano autonome nella ricerca di un’abitazione. Dal rendiconto si legge come siano stati  accolti 69 nuclei per un totale di 235 persone (con una media di 3,41 persone per nucleo). Un dato ampliato anche grazie all’attività ordinaria della rete dei Centri di Ascolto diocesani. Alla fine, dati della Prefettura, dei 1800 cittadini ucraini a fare richiesta di un permesso di soggiorno di protezione, sono poco meno di 900 le persone raggiunte dall’aiuto della rete dei servizi ecclesiali.
«Sono stati tre gli ambiti di intervento che ci hanno interessato – parole di Matteo Amati, direttore della Caritas mantovana.- nell’utilizzo completo dei 344.125,16 euro (quota costituita grazie a 1.015 donazioni, dell’importo medio di 339,04 euro, ricevute da privati cittadini, parrocchie e associazioni): per progetti che si sono sviluppati in Ucraina (80.703 euro); per sostenere i profughi arrivati nel mantovano (258.757,12 euro) e per il pagamento delle utenze dello sportello aperto in collaborazione con la Questura (4664,90 euro). In primis una quota iniziale di 80.703 è stata utilizzata per sostenere progetti che si sono sviluppati in Ucraina: si intende azioni di prima emergenza, per sostenere la colletta nazionale CEI, per il potenziamento di un centro pastorale a Leopoli, e per invio di generi di prima necessità. La seconda azione, alla quale appartiene la tranche maggiore, pari a 258.757 euro, è stata utilizzata per sostenere i profughi arrivati nel mantovano: in particolare, sono stati usati per sostenere l’accoglienza all’interno della rete Caritas attraverso dei contributi destinati ai proprietari degli immobili (seminario vescovile, parrocchie o privati cittadini), con la copertura delle spese delle utenze, oltre che per interventi di adeguamento e manutenzione delle strutture dedicate; contenuti diretti alle famiglie profughe; progetti tesi all’integrazione sociale (dove sono stati individuati due operatori part-time, uno per la zona del basso e l’altro per quella dell’alto mantovano, che fino a fine 2023 hanno sostenuto i processi di integrazione e di inclusione dei nuclei ospitati, oltre che per favorire l’apprendimento della lingua italiana); avviamento al lavoro e spese scolastiche. La parte rimanente delle risorse sono state impiegate per il sostegno alimentare, acquisto di farmaci, per interventi di mediazione culturale, la registrazione dei contratti di comodato, e per la formazione di volontari e degli operatori». Di particolare rilievo è stata la partecipazione della Fondazione Comunità Mantovana che, dopo aver deliberato l’istituzione di uno specifico Fondo Pro Ucraina, è intervenuta con contributo complessivo di 35.000 euro. Sostegno per il conflitto ma non solo. «Dal 5 al 14 aprile – conclude – si presentano in vari luoghi della provincia di Mantova per ringraziare di quanto è stato fatto per il loro popolo». Un fitto programma li vede esibirsi in concerti di alto livello canoro in chiese parrocchiali e basiliche come quella di Santa Barbara, al Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova.
Antonia Bersellini Baroni