PADOVA Nei primi anni 2000 Viadana e Calvisano emergono dalle nebbie padane e si affacciano nel gotha del rugby italiano, pescando giovani campioni in Nuova Zelanda. A Viadana arriva un talento che si chiama Kaine Robertson; in terra bresciana, passando per la Campania, Paul Griffen, che oggi affianca Jimenez nello staff del Petrarca Padova.
Paul, il gioco tattico al piede è sempre più strategico…
«Il kicking game è “fondamentalissimo” e da entrambe le parti ci sono ottimi calciatori; Viadana ha Roger, Sauze, Baronio, ma anche Di Chio e Gregorio. Pure noi con Lyle, Citton e Tebaldi sappiamo sfruttare gli spazi con i calci tattici».
Parliamo del mediano di mischia: quali sono i pregi di Baronio e Tebaldi?
«Baronio è esuberante e imprevedibile, ha grandi skills e sa gestire la mischia. Ma anche Tebaldi ha grandi qualità, ha vissuto tante esperienze internazionali e con il tempo è migliorato ulteriormente. E’ un vincitore dentro perché vuole sempre di più da se stesso. Li stimo molto entrambi, molto diversi, sanno mettere la propria squadra sul piede giusto».
Cosa temete del Viadana e in cosa vi sentite particolarmente confidenti?
«Noi possiamo affrontare a viso aperto qualsiasi squadra, in casa e fuori; crediamo nelle nostre capacità. Viadana è temibile per la grande energia che Gilberto Pavan ha saputo infondere e ha un gruppo molto unito».
Hai partecipato a molte battaglie allo Zaffanella quando tu e Kaine eravate i simboli del derby lombardo; che clima ti aspetti a Viadana?
«Ha sempre avuto e sempre avrà un ottimo rating, anche perché c’è sempre stata bella musica. I Miclas portano una grande passione, c’è un ambiente bellissimo dove giocare, tante persone che si conoscono, si mangia benissimo. Allo Zaffanella è sempre stata una battaglia, ma che bella battaglia!».
Rovigo, 18 maggio 2002: tu e Victor eravate avversari in quella finale. Vi capita di parlare di quella giornata?
«Me la ricordo bene, anche perché avevo sbagliato un piazzato; ne abbiamo parlato un paio di volte, risultato a parte fu una bellissima giornata con uno stadio tutto giallonero. E’ stato il primo scudetto del Viadana e noi a Calvisano non ne avevamo ancora vinti. Brucia ancora, ma due anni dopo ci siamo rifatti».