Concerti della Domenica. L’estro barocco del “Prete rosso” conquista il Bibiena con il Quartetto vivaldiano

MANTOVA L’attenzione riservata, giustamente, ad Antonio Vivaldi (1678-1741) dalla programmazione dei Concerti della Domenica, nell’ambito della stagione concertistica MantovaMusica, è l’opportuno riconoscimento dovuto al valore dell’arte del grande compositore veneziano e all’importanza della sua figura come autentica espressione della vivacità creativa dell’epoca barocca. Dopo il recente successo del “Vivaldi segreto”, domenica pomeriggio il Teatro Bibiena ha accolto un altrettanto piacevole evento dedicato alla musica del “Prete rosso”, di cui è stato applaudito protagonista il Quartetto Vivaldiano composto da Stefano Maffizzoni, direttore artistico dei Concerti della Domenica qui nella veste di prestigioso flautista, Riccardo Malfatto, violino, Ludovico Armellini, violoncello, Lorella Ruffin, clavicembalo. Le pagine proposte hanno offerto un avvincente ritratto dello spirito vitale che Vivaldi ha saputo instillare nelle sue opere e della straordinaria capacità comunicativa del suo stile. Un precorso attraverso la brillante descrittività dei suoi Concerti che, pur in forma di contenute dimensioni, sanno evocare la profondità di coloriti piani sonori tramite abili dialoghi tra gli strumenti. A coniugare le specificità di ogni composizione con la coerenza stilistica di Vivaldi c’è un costante ricorso a modelli armonici che lo rendono immediatamente riconoscibile, a cui si abbina una straordinaria capacità di creare line melodiche di assoluta, spontanea cantabilità. Non meno affascinante si rivela il gioco di contrasti, opportunamente messo in luce dal Quartetto Vivaldiano partendo dal Concerto in fa magg. RV 100 per approdare, in chiusura, a “La Follia”, op. 1 n. 12 RV63. I calorosi applausi del pubblico hanno accompagnato questo itinerario ricco di spunti preziosi e di pura bellezza, come l’Adagio del Concerto in re min. RV 96, il Largo di quello in sol min. RV 106, e l’incalzate dinamismo del Trio in sol min. RV 103, culminato con la vigorosa interpretazione della “Follia” in cui Vivaldi ha saputo esprimere pienamente la sua genialità creativa. L’utilizzo del Tema di origine popolare portoghese, tra i più antichi della musica europea, e il cimentarsi nel mare delle sue infinite possibilità di Variazioni è stato, nei secoli, un passo intrapreso dai più grandi compositori fino a diventare una delle basi più utilizzate per elaborare brani strumentali di grande virtuosismo. E l’esito a cui Antonio Vivaldi portò questa prassi rappresenta un vertice di valore indiscutibile. All’entusiastica approvazione del Bibiena, il Quartetto Vivaldiano ha risposto, fuori programma, con un’apprezzata citazione dell’Inverno dalla Quattro Stagioni e il bis dell’Allegro dal Concerto RV 106. (gmp)