Parlano i genitori della 24enne morta per overdose. Risarcimento? Nostra figlia non ha prezzo

MANTOVA  L’offerta risarcitoria per le tre parti civili era complessivamente di 15mila euro, ma i genitori di Nunzia Colurciello, per la cui morte l’altro ieri due persone hanno patteggiato pene per circa 5 anni e mezzo di reclusione, avevano già detto che non avrebbero accettato risarcimenti a prescindere dalle somme proposte. «Nostra figlia non ha prezzo» hanno tagliato corto Carolina Esposito Mocerino e Generoso Colurciello, genitori della giovane stroncata a soli 24 anni da un mix letale di stupefacenti la notte del 20 ottobre 2018, che si sono costituiti parte civile al processo con gli avvocati Berenice Candela e Gianluca Cancelliere, insieme a una zia della giovane. L’altro ieri davanti al gup di Reggio Emilia, due dei tre imputati, Guido Bernardi , 52enne di Pomponesco, e Alessandro Colombini, 43enne di Castel d’Ario, hanno patteggiato rispettivamente due anni di reclusione converiti in lavori di pubblica utilità, e tre anni sei mesi e venti giorni di reclusione, per l’accusa di morte come conseguenza di altro reato. Una terza imputata, Anna Mastrochicco, 47enne di Guastalla ha invece scelto di affrontare il processo dibattimentale. I due imputati che hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento hanno anche fatto una offerta risarcitoria, a titolo di acconto alla famiglia della vittima. I genitori della giovane, però, hanno rifiutato l’offerta, ritenendo ingiusta anche la possibilità per gli imputati di patteggiare la pena. «Nessuno si è avvicinato a noi, nessuno ci ha detto nulla o ha mai chiesto scusa – ha sottolineato ancora la mamma di Nunzia -. Io pretendo solo giustizia e una condanna esemplare per chi ce l’ha uccisa e la giustizia non è quella che ha consentito a due degli imputati di patteggiare. Noi continueremo a lottare». Secondo l’accusa i due mantovani avrebbero accompagnato la 24enne, che all’epoca lavorava al bar La Luma di Pietole, da uno spacciatore a comprare cocaina. Altra cocaina le sarebbe poi stata fornita da uno degli imputati, mentre la 47enne avrebbe dato alla giovane della Mdma. La ragazza era morta a casa di quest’ultima dopo una notte trascorsa nella discoteca The Club di Modena.