MANTOVA Hanno adottato tre bambini in Brasile, ma quando si sono presentati all’anagrafe del loro comune di residenza per la trascrizione delle adozioni si sono visti respingere la richiesta. Una coppia gay formata da un brasiliano e da un italo brasiliano si sono sentiti rispondere che la sentenza di adozione non poteva essere trascritta “perché contraria all’ordine pubblico”. Una vicenda nata in tempi non sospetti e ora di grande attualità e relative polemiche per la questione della maternità surrogata. Questa che vede protagonista una coppia omosessuale attualmente residente in provincia di Padova è invece un “semplice” caso di adozione all’estero da parte di una coppia di omosessuali che però sono incappati in una serie di intoppi che vanno avanti da quasi tre anni. La coppia, di cui uno aveva vissuto in precedenza a Mantova, ha così deciso di rivolgersi all’avvocato Silvia Ebbi, del Foro virgiliano. «Ho prodotto una sentenza della Cassazione del 2021 – spiega l’avvocato – nella quale è previsto che l’adozione all’estero da parte di una coppia omosessuale è valida in Italia se non c’è maternità surrogata». Questo sarebbe dovuto bastare a far sì che il comune veneto sbloccasse la situazione procedendo con la registrazione delle adozioni. Al contrario, invece, l’ufficio anagrafe si rivolgeva alla corte d’Appello di Venezia per chiedere delle delucidazioni sull’argomento. Da Venezia non è arrivata alcuna risposta al riguardo. Niente nuove buone nuove? Non proprio, perché intanto il tempo passa e le leggi anche, come sta succedendo per la questione della maternità surrogata. «Ho già pronto il ricorso – spiega l’avvocato Ebbi – e a tale proposito ho chiesto uno scritto ufficiale del rifiuto della registrazione per l’impugnazione, anche se dal comune mi hanno fatto sapere che nel frattempo la persona responsabile dell’anagrafe è andata in pensione e che chi è subentrato sembra avere meno dubbi al riguardo». Ricorso in stand-by, quindi, sperando che la vicenda si risolva al meglio soprattutto per i tre figli adottivi della coppia, che oggi hanno 16, 13 e 8 anni, che sono in Italia dal 2020 in attesa di essere registrati come figli adottivi a tutti gli effetti.