MANTOVA A Gianluca Pecchini la Virtus Vecomp non può evocare piacevoli ricordi: quelle due sconfitte nella sua prima stagione da socio del Mantova (2017-18) sono “ferite” ancora aperte. «In effetti – conferma l’attuale dg biancorosso – questo derby ci ha portato più spine che rose. Ma domenica abbiamo la possibilità di rifarci».
Cosa la rende ottimista, direttore?
«Siamo in salute, come dicono chiaramente gli ultimi risultati. Abbiamo raggiunto una notevole solidità difensiva e sappiamo quanto in un derby sia importante difendersi bene. Per poi magari sfruttare l’episodio favorevole. Ottima notizia il via libera dell’Osservatorio ai tifosi: conto in una massiccia partecipazione».
I punti peseranno di più per voi o per loro?
«Pesano uguale. Ma il Mantova giocherà senza paura. C’è voglia di portare a casa un risultato positivo e, perchè no, una vittoria. Se la invoca il mio amico Fresco (mister e patron della Vecomp, ndr), non vedo perchè non dovremmo invocarla anche noi. Sarebbe la prima in trasferta e ci servirebbe. Specialmente in questa fase e con una classifica così corta».
La classifica, appunto: lei da che parte la guarda?
«Noi dobbiamo concentrarci sulla coda. Però è inevitabile buttare l’occhio anche davanti. È un girone anomalo, tutto è possibile. Mancano 6 partite alla fine del 2021, ci aspetta un mese estremamente importante, con ben 4 scontri diretti (Vecomp, Pergolettese, Pro Patria e Legnago) e due sfide con squadre di alta classifica (Renate e Pro Vercelli)».
Quanto si gioca il Mantova in questa fase?
«Tanto. Dovremo aumentare l’andatura: finora abbiamo raccolto 14 punti in 14 partite, ma bisognerà alzare un po’ la media. Perchè si sa: quando inizia l’inverno è sempre meglio mettere più fieno possibile in granaio».
È soddisfatto del rendimento della squadra?
«Forse meritavamo qualche punto in più. In fin dei conti abbiamo sbagliato solo la partita con la Juve, mentre nelle altre ce la siamo giocata. E con le big (Feralpi, Sudtirol, Padova) abbiamo sempre fatto bella figura».
Qual è la dote migliore di questo Mantova?
«Lo definirei un “Mantova camaleontico”. È una squadra che sa adattarsi alla superficie che calca e all’avversario che incontra, sia esso una rivale per la salvezza o un team di alta classifica. Ora, come dicevo, si tratta di accelerare».
Chiudiamo col fronte societario. Si vocifera di un Mantova in vendita…
«È tutto prematuro. Per soddisfare i diktat federali (divieto di multiproprietà, ndr) abbiamo oltre due anni di tempo. Nel calcio equivale a un’era geologica. La verità è che il club è totalmente concentrato su questo campionato. Anzi: sul girone d’andata. Dobbiamo cercare di chiuderlo oltre i 20 punti».