Uto Ughi incanta il conservatorio

Mantova L’auditorium “Claudio Monteverdi” era pieno in ogni ordine di posto ieri pomeriggio; nemmeno una poltrona, infatti, è rimasta libera, con anche qualcuno che ha optato per restare in piedi, pur di non perdere l’incontro. Appunto, l’incontro: in un periodo piuttosto florido per le produzioni artistiche di casa Campiani, l’appuntamento di ieri con Uto Ughi ha rappresentato la ciliegina sulla torta. L’applauso scrosciante col quale l’auditorium accoglie il maestro di Busto Arsizio, è seguito da una curiosità: prima di esibirsi, Ughi canta. <>. Tra una carezza alla nostra città, amata da Ughi in ogni suo aspetto culturale, e una battuta che coglie sempre la risata del pubblico, Uto Ughi non risparmia però una stoccata al sistema scolastico: <>. Applauso. La particolarità dell’incontro di ieri pomeriggio, oltre ovviamente al prestigioso ospite, è stato il continuo feedback tra Uto Ughi e il pubblico, con le domande e le considerazioni dei presenti che hanno intervallato la presentazione del professor Paolo Ghidoni. Tra queste molto intrigante quella di un giovane studente, sul rapporto emotivo dei grandi artisti coi palcoscenici più blasonati: <>. Insomma, la presentazione del suo libro “Quel diavolo di un trillo” sembra davvero solo un pretesto: l’incontro di ieri, minuto dopo minuto, ha assunto l’aspetto di una chiacchierata tra amici, complice anche la grande disponibilità e la voglia di interagire di Uto Ughi. Infine, un commento pure sull’opera lirica: <>. E siccome, citando Toscanini, di musica se ne parla troppo quando è molto meglio suonarla, Uto Ughi imbraccia il violino. Da lì in poi un trionfo di poesia e di bellezza, commuovente spiritualità artistica che le parole, oggettivamente, fanno fatica a rendere.
Federico Bonati