MANTOVA Un’opera in divenire quella che si va a compiere davanti allo scalo ferroviario di piazza Don Leoni. I problemi incontrati nei giorni scorsi ai primi scavi per il sottopasso davanti alla stazione, e che minacciano un rallentamento della pianificazione operativa, sono stati oggetto di approfondimenti e contatti reiterati fra il sindaco Mattia Palazzi e i vertici di Rfi che evidentemente non intendono arrendersi ai fattori avversi.
Per il primo cittadino non solo l’opera deve andare avanti sino a compimento, ma addirittura estendersi per completare un quadro di viabilità “green” al di là del nodo stradale storico di convergenza viabilistica in piazza Don Leoni: quel tunnel non deve limitarsi a portare gli utenti delle ferrovie in stazione, ma deve offrire ai mantovani la possibilità di potere accedere alle sponde del lago Superiore già dalla stazione ferroviaria. Una sorta di intermodalità “ferro-ciclabile” che rientra nei desiderata “green” della comunità europea.
In questi giorni si sono infatti intensificati i rapporti tra Palazzi e i responsabili di Rfi, finalizzati a dare corpo all’ambizioso progetto. Da quanto si apprende informalmente, il sindaco avrebbe chiesto già di produrre uno studio di fattibilità a Rfi per capire quanto costa prolungate in una seconda fase il sottopasso che si sta realizzando ora per la stazione.
Questo passaggio a detta di via Roma, risulta fondamentale per capirne il costo e le possibili fonti di finanziamento, magari attraverso bandi nazionali o europei, ovvero tramite nuovi accordi con Rfi, come già avvenuto nel recente passato, quando Palazzi è riuscito a strappare a Sara Venturoni dell’ente ferroviario il prezioso accordo per liberare l’area antistante la stazione dagli attraversamenti degli utenti delle ferrovie.
L’obiettivo di Palazzi sarebbe infatti quello di collegare direttamente da piazza Don Leoni al lago Superiore la città, senza costringere il popolo dei cicloturisti a raggiungere le sponde dalla Valletta di Belfiore o dalla discesa di Porta Mulina.
Vien da sé che questa prospettiva ad oggi sia solo un’ipotesi di percorso, dal momento che non si conoscono i costi né i tempi di realizzazione, ma solo quelli di inizio della procedura. Palazzi, da quanto si apprende, sarebbe orientato a dare corso all’intervento già allo scadere del proprio mandato nel 2025.
Quanto ai rallentamenti dei lavori del sottopasso in fase di esecuzione, si dà per certo che essi riprenderanno quanto prima, sia per risolvere gli imprevisti di sottofondazioni inattese (tubazioni non registrate e altro), sia per affrontare il problema di infiltrazioni di acqua emersa già alla profondità di tre metri, sui 18 previsti per il tunnel.