Mantova “Il tocco dell’ignoto” è il titolo della raccolta poetica di Stefano Iori, che sarà presentata al pubblico dallo stesso autore domani alle 18 presso la Biblioteca Baratta.
La discussione sul volume (peQuod edizioni, 2023), con prefazione di Flavio Ermini, rientra nell’ambito della nona edizione del Festival Mantova Poesia ed è organizzata in collaborazione con la cooperativa Ippopogrifo.
L’opera esce sei anni dopo la precedente silloge di Iori, dal titolo “Lascia la tua terra”. L’ignoto è terra, appunto, sempre di grande interesse, per quanto riguarda l’esplorazione, compresa quella letteraria. Fonte di incertezze e dubbi, ma senza dubbio anche di aspettative e possibilità di arrivare , se non alla verità, nelle vicinanze di qualche verosimile spiegazione. Quest’anno molte sono le iniziative artistiche in città che prendono spunto dal desiderio. L’ignoto potrebbe sembrare cosa assai differente. Ma le affinità con il desiderio non mancano: sono legate alla speranza, o all’illusione, che i cambiamenti possano anche portare a qualcosa di positivo. Così mi auguro sia per lo scrittore Stefano Iori, che è poeta, saggista e narratore. Ha pubblicato cinque raccolte poetiche, tre saggi, un romanzo e un libro di racconti, è direttore artistico del Festival Mantova Poesia e coordinatore del Premio Nazionale di Poesia Terra di Virgilio. Tra le altre cose. E’ anche studioso di cultura ebraica, fattore che avrà senza dubbio influenzato i suoi scritti anche nella sfera poetica dell’ignoto.
“Il lavoro è stato complesso – afferma lo stesso autore – perché ha comportato una vera e propria mutazione nel mio approccio alla scrittura e al vivere. Le tematiche e la forma non sono più di tanto diverse, ma il carattere delle poesie sì.
Nell’oscurità del proprio vivere, scrisse Pier Paolo Pasolini ne “La divina mimesis”, c’era “qualcosa di terribilmente luminoso”. Accogliendo questa terribile e splendida luce, che voglio chiamare “l’ignoto”, e reinterpretando come a questo si sono rapportati grandi poeti del recente passato, Celan in testa, sono giunto a una conclusione che ha innervato le mie ultime poesie di un senso nuovo: ora, per dovere, scelgo la gioia”.
Studiare, riprendere, rinnovare chi ha prodotto qualcosa prima di noi è indispensabile, o almeno utile, per riformulare, avanzare, sviluppare il pensiero. Arrivando a inedite riflessioni. Altrimenti tutto resterebbe immutato. A volte capita anche questo. Per condividere i pensieri contenuti ne “Il tocco dell’ignoto” l’appuntamento è per venerdì, alle 18, alla Biblioteca Baratta, di corso Garibaldi. (ilperf)