ROMA Una proposta di legge tutta mantovana che ha l’obiettivo di rendere più accessibili per i pazienti le cure attraverso la cannabis terapeutica, superando ostacoli burocratici, peculiarità regionali e difficoltà di approvvigionamento, e mettendo nel contempo l’Italia in grado di sopperire al fabbisogno reale di medicinali a base di cannabis grazie a un attento monitoraggio, accompagnato da studi scientifici, informazione e formazione per i medici.
E’ la proposta di legge presentata dalla deputata mantovana del Partito Democratico Antonella Forattini e alla cui stesura hanno collaborato due dottoresse mantovane: Gisella Lonati, medico anestesista, ed Elena Guidotti, farmacista titolare dell’omonima farmacia di San Giorgio. Il testo è stato presentato oggi durante la conferenza stampa dedicata alla Camera dei Deputati, durante la quale sono intervenute Forattini, Lonati e Guidotti, e a cui hanno partecipato – tra gli altri – la deputata co-firmataria Ilenia Malavasi e l’ex ministro alla salute Roberto Speranza.
“Sull’utilizzo della cannabis terapeutica per il trattamento del dolore (ma anche per tante altre patologie) l’Italia è rimasta ferma per troppo tempo dal punto di vista normativo. Oggi ci ritroviamo con una produzione insufficiente a coprire il fabbisogno e, soprattutto, nell’impossibilità di fatto per migliaia di pazienti di accedere alle cure, pur avendone diritto. Colpa anche di lungaggini burocratiche e delle tante differenze tra i sistemi sanitari regionali”, spiega Antonella Forattini. “Occorre superare pregiudizi e arretratezze culturali e affidarsi ai risultati scientifici dimostrati da sette anni di sperimentazione, dal “Decreto Lorenzin” del 2015 ad oggi.
Tra i punti più significativi del testo c’è, infatti, quello relativo alla programmazione del fabbisogno nazionale sulla base dei dati che dovranno fornire le Regioni in maniera puntuale. Si prevede, inoltre, che la produzione attualmente in carico unicamente allo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze possa essere affiancata da enti e aziende autorizzate, da individuare con Decreto del Ministero della Salute, e che possano essere importati ulteriori chemiotipi di cannabis.
Per la stesura della proposta di legge è stata fondamentale la collaborazione delle due dottoresse mantovane specializzate in cannabis terapeutica, da anni all’avanguardia nel settore. Il medico anestesista Gisella Lonati in sei anni ha curato quasi 500 pazienti ricorrendo alla cannabis terapeutica: “E’ una terapia insostituibile che dà ottimi risultati non solo per il trattamento del dolore, ma anche nel recupero di alcune disabilità. C’è bisogno di fare tanta informazione, anche tra i medici stessi, perché non possiamo permettere che un paziente che può trarre grandi benefici da queste terapie arrivi solo dopo mesi o persino anni a trovare il medico in grado di prescriverle”.
Elena Guidotti con la sua farmacia si è specializzata nella preparazione galenica di preparati a base di cannabis terapeutica ed è una delle pochissime realtà (si contano sulle dita di una mano) in provincia di Mantova a fornire questo servizio: “Attualmente l’iter è molto complesso. Oggi accade che, una volta trovato il medico, attivato il piano terapeutico e iniziato la terapia con buoni risultati, si può restare senza disponibilità della tipologia utilizzata anche per mesi, perché l’Italia non riesce a coprire il fabbisogno. C’è bisogno di aumentare le disponibilità, riflettere sulla produzione e sulle strategie di importazione”.