MANTOVA – Due maxi-cantieri in contemporanea: uno da 9 milioni e uno da 221. Il primo a Mantova e uno a Genova. Quello virgiliano è il ben noto piano di rigenerazione urbana della periferia Est meglio conosciuto come Mantova Hub, mentre quello nel capoluogo ligure, ancor più tristemente noto, afferisce al crollo del ponte Morandi, che rivedrà la propria funzionalità nel viadotto Polcevera.
Qual è il collegamento? Invero, le due grandi opere trovano un filo comune nei soggetti interessati alla costruzione, trattandosi infatti di un caso di sovrapposizione quantomeno anomalo. A sollevare il caso è l’ex assessore comunale all’edilizia civile Celestino Dall’Oglio imbattutosi nelle carte genovesi, dove ha rilevato la presenza dello stesso direttore dei lavori letti nelle gerenze di cantiere a Mantova. Nel caso, si tratta dell’ingegnere Alessandro Aliotta, dipendente della Rina Consulting Spa. A lui il compito di sorvegliare su due cantieri a Mantova e altrettanti a Genova. Da noi seguirà il comparto della ex ceramica di Fiera Catena, destinata a diventare un plesso scolastico, oltre all’ex capannone militare di San Nicolò, che per conto dell’Aspef diventerà una residenza sanitaria per soggetti disabili. A Genova invece sovrintende alla demolizione e ricostruzione del ponte crollato nell’agosto 2018.
Detta così parrebbe una forzatura della cronaca. Da un punto di vista strettamente tecnico invece si tratta di una occorrenza che crea un precedente di grande rilievo. «Faccio presente – commenta l’ingegner Dall’Oglio – che la direzione lavori rappresenta una prestazione individuale della massima importanza, non seconda alla fase progettuale. Essa richiederebbe una presenza in loco dell’incaricato, chiamato a sorvegliare su tutto, dalla conduzione dei cantieri sino alla contabilità delle ditte. E a questo punto mi chiedo: per opere così maestose, da 9 milioni a Mantova e ben 221 a Genova, come può un professionista, che non abbia il dono dell’ubiquità, affrontare i propri compiti? Nemmeno Superman… Soltanto a Genova, occorrerebbe una direzione “h 24”. E faccio presente che la legislazione non consente ai collaboratori di sostituirsi al d.l.: il timbro sulle carte dovrà essere uno solo: quello di chi riceve l’incarico, peraltro, ben onorato».
Non solo: oltre alla direzione lavori dei due cantieri mantovani, Aliotta è stato incaricato anche di svolgere un lavoro di interfaccia fra i vari specialisti di progettazione. Insomma, un vero Superman.