MANTOVA – In apparenza la questione potrebbe sembrare quasi “démodé”, tuttavia divide da sempre l’opinione pubblica. Parliamo delle aperture di super e ipermercati nelle giornate del 25 aprile e del 1° maggio. E premettiamo subito che il Covid non c’entra, perché qui “aperturisti” e “rigoristi” assumono significati completamente diversi da quelli a cui ormai siamo abituati dopo oltre un anno alle prese con la pandemia e con le cervellotiche restrizioni che da un lato stato distruggendo il piccolo tessuto commerciale, artigianale e della ristorazione, dall’altro stanno rimpinguando le casse della grande distribuzione.
Qui, semmai, la vicenda dovrebbe essere etica. Ma alla fine prevarrà, come sempre, la logica del “dio denaro” ingenerata dalle allegre liberalizzazioni dei giorni e degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali. A sollevare il caso, dopo aver appreso che gli esercizi della grande distribuzione presenti sul territorio comunale rimarranno aperti sia il 25 aprile che il 1° maggio, è nuovamente la Lista Benessere per San Giorgio Bigarello.
«Una tale condotta sarebbe già di per sé grave in condizioni normali, ma di fronte all’attuale situazione risulta inaccettabile», spiega il capogruppo Pierluigi Luisi . «I lavoratori e le lavoratrici del commercio rappresentano una delle categorie maggiormente in prima linea in questo periodo di emergenza sanitaria, essendo esposte ogni giorno al contatto con centinaia di persone, ma anche dal punto di vista dell’aumento dei carichi di lavoro. Da anni – prosegue – il mondo del commercio ha subito una totale deregolamentazione che ha avuto il doppio effetto di favorire enormemente i grandi colossi del settore a scapito dei negozi di prossimità e al tempo stesso aumentare la precarietà e lo sfruttamento dei lavoratori, che hanno visto annullare sempre più gli spazi di vita privata con turni settimanali sempre più impossibili. Per non parlare dei salari, rimasti praticamente invariati. Il rispetto dei diritti dei lavoratori deve invece tornare primario». Dai referenti della Lista e di Potere al Popolo, quindi, l’invito, ai supermercati a rivedere la loro decisione e rimanere chiusi nelle due giornate festive.
«La pandemia ci ha svelato che la “libertà di comprare anche il giorno di festa” è un’idea pericolosa e serva del consumismo: l’anno scorso molte strutture restarono chiuse e adesso non è possibile tornare ad una normalità così illusoria e contraddittoria».
Più che “Festa dei lavoratori” anche quest’anno per il Primo maggio la festa sarà fatta “ai lavoratori”.
Matteo Vincenzi