Vaccinazione nell’Oglio Po, tutti i 27 sindaci scrivono ad Asst

OGLIO PO – È tutt’altro che chiusa la questione vaccini nel Casalasco-Viadanese. Se, da un lato, per Asst ed Ats la decisione di non creare hub (ad accezioni di quello di Casalmaggiore) sembrava essere già stata chiarita e spiegata a dovere, dall’altra, i sindaci dell’area non mollano e passano – nuovamente – al contrattacco sottoscrivendo unitamente (vi hanno aderito tutti i 27 Comuni) un documento dove non solo si replica ad Asst ma vengono anche messi in evidenza tutti i problemi legati all’organizzazione socio-sanitaria della zona.
“Non corrisponde al vero che i sindaci del territorio Casalasco-Viadanese abbiano fatto una guerra di campanili – il riferimento è a quanto affermato dal direttore generale dell’Asst Raffaello Stradoni nei giorni scorsi -, che non esiste e non è mai esistita, tant’è che il famoso ambito sperimentale a livello sociale marcia unito: abbiamo approvato il Piano di zona unico dell’ambito Casalasco-Viadanese, nonché l’avviso pubblico unico per gli alloggi di edilizia popolare, tanto per fare due esempi concreti”, esordiscono i 27 sindaci nel documento da loro firmato ed indirizzato proprio ad Asst.
Una situazione già complessa dove la questione relativa agli hub vaccinali ha fatto il resto: al centro della nota dei primi cittadini, infatti, anche la decisione di non aprire un centro vaccini nell’Oglio Po, se non quello di Casalmaggiore che nell’ultimo periodo non è stato esente da problematiche legate alle prenotazioni (di fatto era impossibile agli utenti indicarlo come luogo per il vaccino). “L’apertura dell’hub di Casalmaggiore, peraltro funzionante solo al mattino e non di domenica, per carenze di personale, assegnato solo da Asst Cremona, senza che Mantova muovesse un dito, non ha risolto le criticità di un territorio ampio, senza risposte adeguate relative ai casi con fragilità e alle somministrazioni a domicilio, ancora molto indietro – proseguono i sindaci -. Più in generale non ci sono risposte al restante territorio mantovano, indirizzato a Castel Goffredo o a Gonzaga e talvolta anche a Cremona. Se si analizza la dislocazione degli altri poli vaccinali dell’Ats Val Padana, si può notare la distanza, in alcuni casi di nemmeno 10 km, mentre la fascia del basso mantovano è completamente scoperta tra Asola e Viadana, nonostante i sindaci sia cremonesi che mantovani abbiano messo a disposizione loro strutture quando Ats lo ha richiesto, senza ricevere risposta alcuna”.
Un’area, insomma, che nonostante i suoi 83mila abitanti pare essere stata dimenticata. Ragioni per cui i sindaci Per questi motivi abbiamo hanno già segnalato ai vertici di Regione Lombardia, ai consiglieri regionali e alla stessa Anci Lombardia, recentemente inserita nella cabina di regia regionale, queste carenze “al fine di risolvere una situazione fortemente deficitaria”.