MANTOVA “Uno tsunami senza precedenti si è abbattuto sul nostro settore, che ne esce devastato”. E’ questo il commento a caldo di Gianluca Bianchi, presidente di Federalberghi-Confcommercio Mantova, sullo stato di salute del comparto ricettivo mantovano.
Secondo l’osservatorio nazionale di Federalberghi, che monitora mensilmente un campione di circa duemila alberghi, nel mese di giugno 2020 si è registrato un calo delle presenze dell’80% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso.
“La situazione nella nostra provincia è allineata ai dati nazionali – dichiara Bianchi – Al momento i flussi dall’estero, che per noi costituiscono circa un terzo delle presenze totali, sono ancora paralizzati, nonostante l’apertura delle frontiere interne all’area Schengen a metà giugno. Anche il mercato domestico è al palo. Negli ultimi anni presenze e arrivi turistici erano in costante aumento, e per il 2020 avevamo grandi aspettative, spazzate via dalla pandemia. Teniamo presente che in questo momento a soffrire ancora di più sono le città d’arte, perché la scelta di chi viaggia ricade su destinazioni di mare o montagna”.
Per gli italiani, il ritorno alla normalità prosegue al rallentatore, per varie ragioni: molti hanno consumato le ferie durante il periodo di lockdown, tanti hanno visto il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione, tanti altri – pur disponendo di reddito e tempo – rinunciano a partire per recuperare parte del tempo perduto. Incidono anche la riduzione della capacità dei mezzi di trasporto, la cancellazione degli eventi e i timori di varia natura che comprensibilmente animano le persone. “Le persone sono impoverite e spaventate – aggiunge il numero uno degli albergatori – occorre superare questo trauma collettivo, e ci vorrà tempo. Non traggano in inganno le immagini televisive che ritraggono spiagge affollate: in gran parte si tratta di escursionisti giornalieri o di vacanze mordi e fuggi, limitate ai week end”.
Le ripercussioni sul mercato del lavoro sono dolorose: “in questi mesi sono andati persi migliaia posti di lavoro stagionali e temporanei di varia natura. Per tutelare i nostri collaboratori, è necessario prorogare la cassa integrazione sino a fine anno e ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale”.
Il decreto rilancio e gli altri provvedimenti adottati dal Governo contengono alcune misure utili, ma purtroppo non sono sufficienti: “per salvaguardare il settore, è necessario completare le misure sull’Imu e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere e incentivare la riqualificazione delle strutture, approfittando di questo periodo in cui molte aziende sono purtroppo vuote