Ancora una settimana di zona arancione per la Lombardia, Confcommercio: “Una vera beffa”

MANTOVA – “La possibilità che la Lombardia resti in zona arancione ancora una settimana ci sembra francamente una beffa”. Confcommercio Mantova commenta così le anticipazioni sulla possibilità, ormai quasi una certezza purtroppo, di un mancato ritorno in zona gialla a seguito del monitoraggio previsto nella giornata di oggi dell’Istituto Superiore di Sanità. “Come abbiamo già sottolineato – dichiara il presidente dell’associazione Ercole Montanari – il ritorno in zona gialla dovrebbe avvenire il prima possibile, se i numeri lo consentono, per garantire almeno un briciolo di certezza e di possibilità di programmazione alle attività commerciali. Passaggio che, in questo caso, potrebbe non verificarsi per una questione puramente formale: non sarebbero cioè trascorse le canoniche due settimane dall’ultimo cambio di colore”. “Ricordiamo, però, che la Lombardia – oltretutto non classificata dall’Europa come area a rischio – ha subito una chiusura del tutto ingiustificata dal 17 al 23 gennaio” puntualizza il presidente. “Scoperto l’errore, in quell’occasione si è potuto procedere ad un cambiamento di colore già dopo sette giorni.  Alla luce dei danni subiti dalle attività economiche lombarde auspichiamo, perciò, l’adozione degli stessi criteri di flessibilità e ragionevolezza, in modo da non perseverare in un errore dalle conseguenze gravissime per le imprese”.  “Bisogna chiarire – aggiunge Montanari – che si tratta di una questione che ha un peso enorme per gli oltre 45 mila pubblici esercizi in tutta la regione, oltre 2 mila solo nel mantovano: bar e ristoranti che, con la zona gialla, potrebbero tornare a compiere l’attività di somministrazione, almeno durante il giorno”. “Nessuno vuole mettere in secondo piano le esigenze sanitarie – conclude il numero uno di Confcommercio Mantova – in questo caso, però, alla luce di numeri aggiornati, non tornare in zona gialla solo per una questione di rigidità della burocrazia ci apparirebbe, francamente, poco opportuno ed uno schiaffo per quelle tante attività già allo stremo. Attività per le quali ogni giorno di chiusura fa, davvero, la differenza”.