Barriere architettoniche in Tribunale, il Comune scarica sul ministero della Giustizia

MANTOVA – Non tocca a noi. Questa la sintesi della risposta che l’assessore comunale ai lavori pubblici  Nicola Martinelli ha dato all’interrogazione del capogruppo di Forza Italia  Pier Luigi Baschieri in merito alla denuncia di  Stefania Corbellani, donna disabile, che lamentava l’inaccessibilità del palazzo di giustizia di via Poma per chiunque sia affetto da gravi problemi di deambulazione. Non tuttavia una scrollata di spalle dell’assessore, ma solo un rimbalzo di pertinenze e competenze sancito dalla legislazione vigente, cui Martinelli conta comunque di aprire uno spiraglio.
Infatti, come precisa lui stesso, malgrado il palazzo del tribunale sia di proprietà del Comune, la legge di stabilità del 1915 dispone che da sei anni a questa parte ogni spesa necessaria al funzionamento degli uffici giudiziari passa di mano: da quelle dei Comuni a quelle dello stesso ministero di grazia e giustizia.
Come abbattere dunque quei gradini sprovvisti di montascale e persino di corrimano che si presentano all’ingresso laterale del tribunale, diventato però principale da quando sono state imposte le misure di controllo e i tornelli?
Il Comune non è competente, ma Martinelli intende comunque dare una risposta: «Considerato l’interesse comune al funzionamento con accesso, secondo quanto dispone la legge, e la collaborazione Comune-uffici giudiziari nell’interesse della cittadinanza, abbiamo provveduto a informare l’ufficio manutenzione del tribunale».