MANTOVA – I bonus edilizi sono oggetto di forti lamentele da parte delle imprese, ma anche di lamentele per le criticità che si riversano sui committenti. Ai quali non sempre viene riconosciuto il beneficio del 110% a seguito delle verifiche delle autorità preposte, laddove emerga che nell’operazione di ristrutturazione non siano state acquisite due classi energetiche piene, come dai disposti normativi.
A questo punto vengono meno le cessioni piene di credito, che le banche stesse ormai hanno posto in frigorifero, con grande apprensione delle ditte operanti.
A lanciare l’allarme, sotto forma di perorazione, è la Cna, che lamenta seri rischi per numerose imprese artigiane. «Non c’è tempo da perdere. Occorre sbloccare i crediti legati ai bonus edilizia per scongiurare il fallimento di 33 mila imprese e la perdita di 150 mila posti di lavoro e per consentire alle costruzioni di continuare a fare da volano alla crescita del paese. L’anno scorso – sottolinea la direttrice Cna Elisa Rodighiero – il settore ha contribuito al 30% del rimbalzo del Pil, l’occupazione è aumentata del 14% e la produzione del 24%».
Nonostante questa performance «migliaia e migliaia di imprese artigiane rischiano di fallire in quanto non riescono a cedere i crediti d’imposta legati ai bonus edilizi. La priorità è ora di permettere alle imprese di recuperare i quattrini», conclude Rodighiero.