Quel “tintinnare di manette” ha fatto condannare De Marchi

MANTOVA Luca De Marchi, oggi capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, dovrà risarcire per offese in pubblico l’ex sindaco Nicola Sodano con 10mila euro (il massimo della pena per la fattispecie, secondo la tabella dell’Osservatorio sulla giustizia civile di Milano), oltre a pagare per intero le spese processuali – comprese le parcelle degli avvocati di entrambe le parti, ed eventuali interessi. Dovrà inoltre pubblicare a proprie spese un estratto della sentenza sui quotidiani locali, e pagare un’ulteriore ammenda di 300 euro al Tribunale per il reato commesso che prevede una sanzione per fatti che comportino il dolo, come arrivare in consiglio comunale con un paio di manette.
La vicenda è nota. Alla vigilia delle elezioni per il suo secondo mandato, nel 2015, ma per fatti che risalivano al 2012, il sindaco Sodano riceve un avviso di garanzia con capi d’accusa particolarmente infamanti. L’opposizione si scatena dando origine a un fuoco mediatico contro il sindaco di Forza Italia, professatosi sempre innocente ed estraneo alle accuse di collusioni con associazioni mafiose. Ci vorranno 5 anni e 7 processi per uscirne completamente pulito “perché il fatto non sussiste” e col non rinvio a giudizio per i presunti reati più infamanti.
L’allora consigliere leghista De Marchi in un’infuocata seduta consiliare estrasse un paio di manette, agitandole teatralmente al sindaco invocandone le dimissioni, ma scatenandone la reazione giudiziaria ieri arrivata a sentenza.