MANTOVA Arriverà giovedì in aula consiliare, assieme alle osservazioni al documento di programmazione dell’ente, anche l’atteso consolidato 2018, con numeri che fanno gongolare l’amministrazione di Mattia Palazzi. Numeri che difficilmente possono essere smentiti, e che evidenziano addirittura una triplicazione quasi degli utili rispetto all’annualità precedente, passando da 14,2 a 45,2 milioni di euro.
«Un incremento – mette le mani avanti il vicesindaco Giovanni Buvoli – che trova giustificazione anche nel diverso quadro normativo che porta quest’anno a contemplare anche i bilanci di alcune partecipate che l’anno scorso non c’erano, ma soprattutto alcune donazioni pari a 14 milioni circa, vedi quelli della eredità Alberti o i lasciti Esselunga del Mondadori e dell’area dell’ex PalaTe. In più si metta in conto la rivalutazione delle nostre partecipazioni Apam, A22, Siem e aeroporto Catullo, che portano il “bottino” del 2018 a oltre 31 milioni, contro il milione appena del 2017».
Resta in ogni caso la sintesi, che a dirla ancora con Buvoli è «di un bilancio sano, e tale da consentire all’ente ancora una grande capacità di indebitamento (oggi solo allo 0,29%) e contrazione di mutui».
Lo stato patrimoniale dell’ente e delle sue partecipate lo si può leggere in tabella. Spiccano poi i costi relativamente contenuti nel complesso del bilancio per il personale; che per i 455 dipendenti del Comune pesa 16,7 milioni (il 25% della spesa corrente), per la Tea (partecipata al 72% da via Roma) 28 milioni, per Aspef 3,2, per Aster 2,1 e per Coprosol solo 350mila. Nel complesso, la percentuale dei costi del personale grava in bilancio sulla holding per il 14,5 per cento.
Irrilevanti, a questo punto i compensi degli amministratori: 465mila per Tea, 48mila per Aspef e 13.500 per Aster.