MANTOVA – Confartigianato Imprese Mantova ha dato origine a un nuovo Gruppo di Mestiere, quello dei Manutentori del verde, nell’ambito della categoria Terziario-servizi. La nuova realtà, con un direttivo di 7 associati, nel corso della seduta costituita ha eletto presidente Mauro Baratti e vice Alberto Pelosi. L’iniziativa, condivisa anche a livello regionale e nazionale, si inserisce nel dibattito legato alle novità normative introdotte dal 1° gennaio 2021, con l’entrata in vigore del Decreto Lgs. 3 settembre 2020 n. 116, che ha chiarito la nuova definizione di rifiuti urbani”. Gli scarti derivanti dalla manutenzione del verde, che inevitabilmente si creano, non sono rifiuti generici ma devono rispettare la nuova disciplina di classificazione dei rifiuti per cui è stato soppresso il concetto di rifiuto speciale assimilabile a rifiuto urbano, che è la novità più rilevante per tutti i settori produttivi. Pertanto, anche gli scarti derivanti dalla manutenzione del verde, cioè gli sfalci e le potature da verde privato, sono classificati come rifiuti con codice EER 200201. Quindi essi devono essere gestiti come rifiuti speciali. Confartigianato ha avviato l’iter per presentare un emendamento a favore di un cambio della normativa per consentire ai manutentori del verde di poter conferire i rifiuti come in precedenza. Nelle ultime settimane diverse imprese del verde privato hanno manifestato l’impossibilità operativa di conferire i rifiuti speciali derivanti da sfalci e potature presso alcuni centri di raccolta comunali, non avendo loro malgrado indicazioni su dove poterli conferire in impianti autorizzati alla gestione di rifiuti speciali. È quindi assoluta priorità per Confartigianato Imprese Mantova, chiedere il coinvolgimento e l’intervento delle Amministrazioni Comunali e degli Enti preposti alla gestione dei suddetti Centri di Raccolta Comunali al fine di poter concordare delle soluzioni percorribili a livello normativo, tutelando la categoria delle imprese di manutenzione del verde. Le aziende del settore si sono negli ultimi anni organizzate investendo molte risorse in automezzi necessari al trasporto in discarica degli sfalci così da far fronte all’incremento di lavoro. Oggi in mancanza di alternative allo smaltimento e di piani di riorganizzazione, anche Comunali, del recupero dei rifiuti, molte aziende del settore vedrebbero vanificati i loro investimenti e sarebbero costrette a ridurre il numero degli addetti o addirittura a chiudere l’attività.