MANTOVA È concorrenza sleale. Lo ha stabilito l’Autorità garante della concorrenza e del mercato esaminando molte gare indette fra il 2012 e il 2019 da vari gestori del servizio idrico integrato, che si approvvigionano di contatori idrici per acqua fredda ad uso domestico o industriale per la misurazione legale dei consumi. Ne è uscita una maxi-sanzione di oltre 10 milioni ripartita fra cinque colossi del settore per avere raggiunto un’intesa anti-concorrenziale che ha condizionato gare su 161 lotti.
Complessivamente, sono 10.408.951 i milioni che dovranno essere versati, in varia misura, dalle società G2 Misuratori Srl, Maddalena Spa, Itron Italia Spa, Sensus Italia Srl a socio unico e WaterTech Spa, principali operatori del settore che si sono aggiudicati oltre il 90% dei lotti censiti.
La cifra, sostiene l’autorità garante, corrisponde «a circa un quinto del fatturato generato dalle gare sicuramente alterate». Una istruttoria comprensiva di una settantina di fax volti prevalentemente a coordinare, prima della scadenza del termine di presentazione delle offerte, il comportamento di gara, e in parte anche a fissare incontri tra le parti. Nelle 230 pagine di tale istruttoria figura anche ripetutamente come concorrente la mantovana Tea, attraverso la sua emanazione Tea Acque, per gare tenutesi nel 2012. Nel marzo di quell’anno infatti Tea Acque Spa, gestore del servizio idrico di Mantova, aveva rappresentato di aver indetto, con lettera di invito del 6 marzo 2012, una procedura selettiva per gli appalti sotto soglia nei settori speciali (CIG40047697EB)187, da aggiudicarsi al massimo ribasso sul prezzo a base d’asta di 148.000 euro, con termine per presentare le offerte al 26 marzo (poi prorogato al 10 aprile 2012). Il fax risulta quindi scambiato prima della scadenza del termine per presentare offerte. La fornitura riguardava 15 tipi di contatori proprio della tipologia indicata nel fax, e in essa il ramo acque della Tea figurava come stazione appaltante..