MANTOVA È un film già visto: per ripianare i conti dell’Aspef nel 2020, anno segnato dalla pandemia, il Comune aveva ricavato dalle pieghe dei bilanci 700mila euro in due tranche. La storia si ripete anche quest’anno quando la prima semestrale di cassa denuncia un buco di 270mila euro che il vicesindaco Giovanni Buvoli ha ricavato dalle variazioni e riequilibri di bilancio che andranno al voto dell’aula giovedì.
È difficile da metabolizzare anche per i consiglieri. Lo stesso capogruppo della lista gialle Davide Provenzano ieri ha chiesto lumi in commissione bilancio al titolare dei conti comunali, ma la legge dei numeri non dà scappatoie: i maggiori costi e le minori entrate hanno messo l’Aspef in condizione di “profondo rosso”. E non si tratta solo di una situazione particolare riferibile all’azienda speciale del Comune deputata ai serviiz alle persone. Il “vulnus” deriva dalle case di riposo, che tutte versano nelle medesime condizioni di difficoltà.
Dunque, ha spiegato Buvoli, i casi sono due: o si aumentano le rette degli ospiti nelle Rsa (cosa che la “Fondazione mons. Mazzali” ha già fatto incrementando di due euro al giorno la quota degli ospiti), oppure deve intervenire il Comune per calmierare le rette. In difetto di nuove entrate, la variazione di bilancio dell’ente dovrà prestare soccorso alle casse deficitarie della propria azienda.
Delle due Rsa gestite dall’Aspef, la “d’Este” e la “Bianchi”, che cumulano nell’insieme 260 posti letto (rispettivamente 180 e 80), ogni singolo ospite porta mediamente 35mila euro all’anno. E poiché i bilanci dell’Aspef vengono sorretti dalle rette e dalle entrate delle farmacie, a causa della rarefazioni dei ricoveri e per i numerosi decessi registrati, ecco motivata la necessità di sostegno illustrata da Buvoli in commissione. «E non è finita qui – commenta il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri –. Il timore è sul 2° semestre».