MANTOVA «La medaglia d’oro nella 4×100 alle Olimpiadi di Tokyo non è un punto di arrivo ma di partenza». Ha esordito così Fausto Desalu alla presentazione del suo libro “Veloce come il vento” (ed. Baldini+Castoldi) alla Biblioteca Baratta, nell’ambito della rassegna “A tutto Sport”, iniziativa che ha il patrocinio del Comune di Mantova e del Comitato regionale Coni Lombardia.
«Fausto Desalu è un esempio di integrazione, non solo per i giovani atleti ma per tutto il nostro territorio», ha detto Fabio Madella, consigliere delegato allo sport del Comune di Mantova. Il suo legame con Breda Cisoni, frazione di Sabbioneta, è rimasto intatto. «Vengo spesso anche a Mantova», ha svelato il campione olimpico. Quella staffetta in Giappone è entrata nella memoria collettiva, tutti ricordiamo dove eravamo mentre si correva. «Faccio ancora fatica a realizzare quello che abbiamo fatto, è stata una vittoria inaspettata, se me l’avessero detto una settimana prima non ci avrei creduto. Quella sera è andato tutto nel verso giusto. Risultati del genere si ottengono solo grazie a una grande squadra. Noi siamo stati il team più affiatato di tutti», ha ammesso Desalu.
Al rientro in Italia qualcosa è cambiato: i giornalisti davanti a casa, i selfie in spiaggia, i bambini che giocano a fare la staffetta e a scambiarsi il testimone. «Arrivavo in spiaggia alle 8 del mattino e riuscivo a fare il bagno al tramonto – ha scherzato Desalu –. Il pensiero, ricorrente, è per mamma Veronica. Mi ha insegnato a non mollare, non piangeva mai e anch’io faccio fatica a trasmettere le mie emozioni», ha raccontato il campione olimpico, «non mi ha mai portato in Nigeria perché dice sempre: mio figlio è italiano ed è giusto che stia qui. Ho iniziato a fare atletica a 12-13 anni, la prima medaglia importante è arrivata a 27. Sapevo che sarebbe arrivata. Mi ha insegnato che, dopo tanti bassi e pochi alti, se vuoi veramente qualcosa, con sacrificio e passione, puoi ottenerlo» ha concluso Desalu.