MANTOVA Si è tenuto ieri, presso l’Aula Magna del Centro Pastorale di Mantova, il convegno «Dieci anni di Messa alla Prova», organizzato dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (UEPE) di Mantova in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati e la Camera Penale di Mantova, e con il supporto del Laboratorio Nexus, nel quale da anni la Caritas diocesana è componente attiva. L’evento ha rappresentato un momento cruciale per analizzare i risultati raggiunti dall’Istituto della Messa alla Prova (MAP), introdotto nel 2014 per i maggiorenni, e per valutare le prospettive future. «L’Istituto della Messa alla Prova è stato rivoluzionario», ha dichiarato Sebastiano Tosoni, presidente della Camera Penale di Mantova, sottolineando come abbia facilitato la collaborazione tra magistratura, avvocatura e uffici dell’esecuzione penale. Tra i relatori, l’intervento di Massimo De Luca, presidente del Tribunale di Mantova, ha evidenziato le criticità legate alla durata delle attività di pubblica utilità: «La valutazione del giudice deve bilanciare gravità del reato e personalità del soggetto, tenendo conto della funzione riparativa». Sofia Pantani, assessore del Comune di Curtatone, ha invece enfatizzato il ruolo sociale della MAP: «Dobbiamo implementare queste collaborazioni per offrire una seconda possibilità e valorizzare la socialità». Concorde Andrea Caprini, assessore del Comune di Mantova, che ha aggiunto: «La giustizia riparativa deve coinvolgere l’intera comunità». Il dibattito ha coinvolto inoltre Giulio Tamburini (procuratore capo di Mantova), Carlo Bottani (presidente della Provincia), Benedetta Venezia (dirigente UDEPE Brescia), Antonella Salvan (direttore ULEPE Mantova), oltre a rappresentanti di cooperative sociali e associazioni del territorio.