MANTOVA Dopo trent’anni il magone di Colle Aperto smette di esistere. Ieri mattina alle dieci è iniziata la demolizione di questo simbolo di degrado. «Mi sarebbe piaciuto farlo saltare in aria con dell’esplosivo- scherza, sorridendo, il sindaco Mattia Palazzi, rivolgendosi ai tanti cittadini presenti – ma non ce l’hanno lasciato fare: troppo pericoloso». E continua: «L’avevamo promesso al quartiere e manteniamo l’impegno preso. In otto anni abbiamo tolto tutti i simboli dei fallimenti degli anni 80 e 90». Il triste scheletro grigio di quello che sarebbe dovuto diventare il centro commerciale di via Benedetto Croce viene obliterato grazie all’amministrazione Palazzi al temine di un lungo iter espropriativo, dopo le fasi progettuali e di assegnazione dei lavori alla ditta incaricata. «Un’opera attesa da tempo dai cittadini di Colle Aperto – osserva l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Martinelli – che ha richiesto un lungo lavoro e tanta tenacia, ma che finalmente si concretizza rendendo il quartiere più bello e sicuro, donando ai residenti un’area da vivere». Al posto del magone, verrà ampliato il parcheggio, con riqualificazione dell’area, di piazza Monsignore Arrigo Mazzali, oltre che l’ampliamento dell’area verde. I lavori di demolizione avranno una durata di circa 6 mesi, durante i quali verranno eliminati circa 40.000 metri cubi di cemento. Considerando il quadro economico completo, si parla di una cifra di 1.205.000 euro, cifra che include tutte le fasi di demolizione, l’eliminazione dei detriti e rigenerazione dell’area in una zona verde che si collegherà a quella già esistente, la quale al termine del cantiere verrà ripristinata. Al via della demolizione erano presenti anche l’assessore alla Rigenerazione Urbana e Ambiente, Andrea Murari; il dirigente del settore lavori pubblici, Carmine Mastromarino e l’architetto Alessandro Fanti della ditta Soprint Srl di Mantova che ha realizzato il progetto. «L’azienda responsabile di quest’opera ha realizzato anche un residence qui vicino, quello completato e venduto, ma a causa del proprio fallimento ha lasciato incompleta questa parte – parole di Maurizio Vasori, ex consigliere comunale – è dal 1993 sopportiamo questo magone, nel quale sporadicamente passavano anche la notte persone in grande difficoltà economica» E conclude: «In futuro, al posto del magone, dovrebbe finalmente realizzarsi anche il nuovo centro sociale, con una palestra: è triste che dal centro città fino a Sant’Antonio non ci sia neanche un luogo di aggregazione». Antonia B. Baroni