MANTOVA È corsa aperta, a quanto sembra, per il rinnovo della gestione sperimentale della struttura ospedaliera di Suzzara affidata a soggetti privati. Da quanto emerso nei giorni scorsi, sembrerebbe che la direzione generale dell’Asst abbia posto condizioni non ricevibili per il gruppo Kos al fine del rinnovo della gestione con la richiesta di un canone annuo che decuplicherebbe di fatto quello stabilito in precedenza. Non più infatti 150 mila euro annui, bensì un milione e mezzo.
Una strategia per rendere inappetibile il contratto? C’è chi lo pensa, ma stando ai ru- mors si evince che la proposta potrebbe essere anche finalizzata a un ritorno del nosocomio alla forma di gestione pubblica. Quantomeno questa sarebbe la soluzione nelle attese di molti che da tempo spingono affinché la sanità rimanga nell’alveo istituzionale anziché affidata alle mani dei privati.
Ma non è l’unico orientamento interpretativo dello stallo creatosi nelle trattative Asst-Kos, la cui convenzione scade con il presente mese di maggio. Altre voci dànno per certo il tentativo di altri importanti gruppi privati intenzionati a raccogliere anche la gestione della fondazione ospedaliera della città del Premio. Chi?
Due almeno sono i papabili che potrebbero intervenire in questa corsa: senz’altro il gruppo Salus, che già vanta le competenze e la gestione di vari ospedali dell’alto mantovano, fra cui quelli di Castiglione delle Stiviere e di Volta Mantovana. Oppure, il gruppo Garofano che ha in gestione altri 18 ospedali per lo più distribuiti nel centro Italia. Terza eventualità, il rientro in gioco di Kos, laddove accetti l’oneroso canone richiesto per il rinnovo della concessione, e sul quale la Asst sembrerebbe irremovibile.
Non manca infine che avanza un’ultima ipotesi: quella di adire la procedura per una gara europea; ma quest’ultima ipotesi dai più viene ritenuta impraticabile per una questione di tempistiche. Una gara europea a evidenza pubblica comporterebbe infatti tempi che oscillano fra 6 mesi e un anno. Tutto questo tempo non c’è.